I Terminal Carnage sono un duo tedesco di fresca creazione che sotto certi aspetti è riuscito a sorprendermi. Autori di un death metal propenso al “groove” e dal taglio classico/basico (non aspettatevi chissà cosa, giusto un buon raccolto di mestiere), posizionano le loro finestre panoramiche sopra il continente americano per assistere alle gesta di Obituary, Morbid Angel, Massacre e Monstrosity, e da lì si lasciano beatamente ispirare/trasportare.
Debuttare con un disco massiccio, divertente e dal giusto spessore come The Sickening Rebirth appare come piccola-vera gioia per appassionati. I Terminal Carnage si portano in tal modo a casa la pagnotta, lasciandosi subito dietro un ricordo positivo e la voglia di ripassarci sopra all’istante per un nuovo, ruspante ascolto. La semplicità è di residenza qui dentro e si mette a dettare legge, risulta così essenziale avere in dote l’abilità dello “lasciarsi trascinare”, aldilà di mille possibili fisime, senza porsi troppe domande arzigogolate ecco.
Dalla brutalità ai rallentamenti in pochi secondi, i Nostri hanno persino l’ardire di sconfinare su certi tracciati alla Paradise Lost/Celtic Frost (Dead Mass, Years Of Demise e una Bereaved Cry che ricorda pure i pezzi lenti di casa Asphyx), e la missione di non farli apparire troppo stonati con il resto riesce loro sufficientemente bene. Questo anche quando vanno a costruire un brano blando e “di passaggio” come Chaos The New World Order (anche lui arriva, un pochino dopo magari, ma arriva).
Una mezz’ora rapida ed arrembante quella di The Sickening Rebirth, anticipata visivamente da una copertina a dir poco pessima, ma capace di imprimersi in testa come un freddo chiodo e lasciarsi dunque ricordare (quindi svolge a dovere una parte del suo lavoro). I Terminal Carnage fanno scorrere il tempo velocemente, non sbagliano nulla se si vuole andare a vedere con l’opportuna lente, anche se di certo i dischi eclatanti rimangono altri. Insomma, se sapremo accontentarci del tiro basilare ma proficuo e della bravura nell’esporre la materia, non c’è in fondo di che lamentarsi.
Alzate il volume e fate partire Least Evil lasciandola scorrere senza pentimento, è un po’ l’emblema, la summa di un The Sickening Rebirth che potrebbe persino avere l’ardire di soggiogarvi.
Summary
Great Dane Records (2021)
Tracklist:
1- Future shock
2- Involuntary organ donor
3- The sickening rebirth
4- Dead mass (the doom of mankind)
5- Bereaved cry
6- Chaos of the new world order
7- Least evil
8- Years of demise
9- Obituary after death