Temple of Scorn – Funeral Altar Epiphanies

Lavoro di esordio per questo implacabile carro armato danese. I Temple of Scorn non intendono scherzare, il loro esordio uscito sotto Transcending Obscurity Records sta lì a ricordarcelo dietro ogni spessa cucitura.

Funeral Altar Epiphanies nei suoi 40 minuti erige muri blasfemi e sulfurei, mantenendo fede allo spirito del death metal più marcio, abrasivo e riempito da opportuni rallentamenti doom. Un trionfo per le tenebre, tenebre che si allargheranno a dismisura, conquistando nuovo terreno pezzo dopo pezzo. Il tutto avviene all’interno di una profonda calata che ha l’obiettivo primario di non voler mostrare il suolo per l’ipotetico atterraggio.

Il quintetto vede coinvolti Jacques Hauge e Simon P. Katborg (batteria e voce) degli Horned Almighty e Flemming C. Lund (The Arcane Order) e Svend E. Karlsson (Baest) per il proficuo lavoro alle chitarre, mentre chiude la line-up Bjørn Jensen al basso.

Funeral Altar Epiphanies si presenta con una copertina accattivante ed un’umida tracklist da otto pezzi, il primo serve solo come breve introduzione prima dell’inizio del macello che avviene sulle note della marcescente Burden of Decline.

Il nostro sguardo vaga, ed immagina maestose rovine un tempo mitiche. L’immagine si lacera, le fiamme divampano e noi messi di fronte a tale scenario non potremo che ringraziare intimamente i Temple of Scorn per lo sforzo e per tutto quel nefasto mestiere che riescono ad imprimere sulla loro musica.

L’arte di questa band danese non ha bisogno di mostrarsi “vistosa” (ho molto gradito questa scelta in qualche modo meno ridondante). Il disegno d’insieme non vuole compiere il passo più lungo della gamba e tende ad uniformare l’atmosfera. Gli stacchi si fondono con il resto, esistono ma non danno mai quella sensazione di trasporto, preferiscono tenerti lì, a fluttuare dentro quel magma creato con cura dalle due chitarre.

Trovo un brano Icons of Demonic Virtues perfetto per spiegare al meglio ciò che si potrà trovare qui dentro (segue a ruota il rispettoso manifesto stampato da una title track destinata ad inghiottirci). Una canzone breve ma di spicco, un monumento piazzato nel mezzo di un’opera che non vi concederà mai nemmeno quei pochi secondi di “libera uscita” per poter respirare dell’aria pulita.

Il disco si compiace, non è perfetto poiché in qualche occasione tende a concedersi alla deriva (leggasi “assopimento”). Nulla che porti ad una sensazione prettamente negativa, solo l’occasione per tagliare più alti traguardi fallita oppure semplicemente rimandata. Sarà la densità a dettare legge e certe distrazioni potrebbero risultare fatali per certi individui. Una volta tolto questo orpello Funeral Altar Epiphanies sarà libero di irrorare le nostre interiora, decidendo con sapienza i punti dove poter pungere tramite il suo letale veleno.

70%

Summary

Transcending Obscurity Records (2023)

Tracklist:

01. Subsequent Mass
02. Burden Of Decline
03. Begotten By The Envenomed
04. Icons Of Demonic Virtues
05. Portals To Dystopia
06. Funeral Altar Epiphanies
07. Wretched Inner Sanctum
08. Burning Palace Of Wisdom