Sutekh Hexen – Primeval: esplorazioni oltre i confini
Progetto infernale, quello denominato Sutekh Hexen, che a partire dal 2010 ha riversato sul mercato tonnellate di materiale nell’ambito più autentico dell’underground. Parliamo del vero underground, quello celato, realmente estremo tanto nelle forme quanto nelle intenzioni. Kevin Gan Yuen fa della creazione di universi multiformi la sua essenza, e ogni viaggio nelle sue opere equivale a un biglietto di sola andata per gli inferi.
Puro rumorismo, black metal nel suo stato più marcio, suoni provenienti da un altrove ultraterreno. Quando c’è di mezzo il monicker Sutekh Hexen, l’esplorazione è garantita. E anche con il nuovo album Primeval, la regola non cambia.
In questa occasione, l’artista ci propone un lato se vogliamo più “delicato” della sua manovra. Si tratta di un’opera che mette al centro l’intuizione, la sperimentazione, una pulsante organicità votata all’esplorazione, attraverso l’impiego di un ampio spettro di suoni, dissonanze e rumori.
La discesa comincia: 14 anni di oscurità in gestazione
Primeval si configura come una vera e propria odissea, un progetto corale che conclude un percorso di ben 14 anni di gestazione. Registrato tra foreste americane, Berlino e i Pirenei francesi, si lascia osservare con curiosità, gusto e attenzione per il dettaglio. È musica dark ambient/noise dai tratti folk, stratificata, meticolosa nei suoi movimenti, guidata da effetti naturali e scelte sonore sapienti.
Onde spirituali ci avvolgono sulle note di Malediction, una sorta di folk apocalittico, vocalmente ferale e musicalmente inquieto, che cresce in un climax sinistro. L’uso della strumentazione acustica svolge un ruolo centrale, tessendo una trama sonora solida e sensorialmente coinvolgente.
Severed & Sealed è una lastra di ghiaccio, mentre River of Shadows rappresenta, per chi scrive, l’apice più intimo dell’intero Primeval. Parliamo di un brano che intrappola l’ascoltatore nella sua tela, senza offrire alcuna concreta via di fuga. Il disco si conferma di continuo, passando attraverso i suoni oscuri e viscerali di Moss Skull, i sospiri ritmici e sciamanici di Pyre, fino al peso dell’organo che tutto assorbe nella insistente Orædjinn.
Primeval è una gemma per appassionati: la cura del dettaglio, il trasporto emotivo, l’oscurità dominante lo rendono un’esperienza autenticamente introspettiva. La chiusura con la misteriosa Cavern Rite e la vibrante, spiritica The Clarion Call suggella un percorso da vivere sulla propria pelle.
Edito da Breath:Sun:Bone:Blood in combutta con Cyclic Law, Primeval offre un punto di vista unico, mai banale, in grado di farci sprofondare lentamente nel suo abisso, pezzo dopo pezzo, istante dopo istante. Un disco da maneggiare con cura, la cui profondità si rivela nel tempo.
Summary
Breath:Sun:Bone:Blood, Cyclic Law (2025)
Tracklist:
01. Malediction
02. Severed & Sealed
03. Riover of Shadows
04. Moss Skull
05. Pyre
06. Orædjinn
07. Cavern Rite
08. The Clarion Call