Sun Eater – Light Devoured

Il francese Clément Dellis fa un mezzo miracolo e da solo va a comporre e suonare l’ep Light Devoured, primo passo per il suo monicker Sun Eater.

Non ci troviamo esattamente di fronte a qualche formula musicale semplice che possa “sostenere” al meglio l’impegno del singolo. Clément si butta a capofitto dentro il cervellotico e brutale mondo del technical death metal e finisce per confezionarlo al meglio (in modo liscio) sotto ogni dettaglio. La parte strumentale è tutta a suo carico (basso, chitarre e batteria programmata) e suona davvero bene grazie ad una produzione affilata, capace di creare un muro sonoro da brivido e di farti godere tale breve esperienza al meglio delle possibilità.

Qualche aiuto in forma di “ospitata” (Kilian Savas degli Untethered, Clément Henry su due brani e Charles Pierron di Ataraxis e Lying Figures) non può di certo nascondere la cura del dettaglio, l’efferatezza protratta da questi quattro pezzi sempre puntuali, ben scritti, sempre vivi ed abili nell’esplodere in continuazione grazie ai discreti livelli di creatività messi sul piatto.

Quattro canzoni, quattro lucide pale in perenne moto scavatore. Sono pungenti, puntuali e trascinatrici le note della prima The Advent, il brano che senza dubbio ho finito a preferire maggiormente. Ma di meno non arriva dal muro eretto da The Usurpator o dalla più breve (ma non meno varia) Quandary: Becoming the Eclipse, prima che il tutto vada a spegnersi sulle note di una compiacente e diabolica title track.

L’appetito non può evitare di scattare, il progetto Sun Eater ha lanciato in tal modo la sua pietra nell’acqua producendo non poco fragore. Una mattanza tecnica ed implacabile di un quarto d’ora che aspetta solo di venire frustrata nell’aria con la giusta dose di violenza. Quattro macigni sonori che lavorano come trivelle, e così, fra colpi diretti e rallentamenti slam riusciremo a tenerci impegnati non poco (l’unico rammarico è che finisce praticamente subito).

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