Subterranean Disposition – Individuation

L’esordio omonimo degli australiani Subterranean Disposition portava già con sé la volontà dello “spiazzamento sonoro”. Un coro di voci pronto a ribadire :”ti suono lento e doom ma cerco in qualche modo di non fartelo pesare troppo”.

Ritrovo oggi la band di Terry Vainoras consolidata nella line-up e forte di un terzo disco che urla sordidamente un ritaglio dentro i nostri spazi sonori. Intanto, Individuation se lo è di certo preso il suo tempo visto che segue il secondo full-lenght Contagiuum and the Landscapes of Failure di ben sette anni.

Cinque composizioni pronte ad irrompere statuarie, trascinate da una copertina che già da sola è tiepida gioia per gli occhi. La loro musica scaccia ogni insinuazione di banalità e prosegue un discorso che a questo punto era chiaro, o meglio abbozzato, già ai tempi del debutto. I Subterranean Disposition sono esploratori del sottosuolo e se hanno voglia di inserire una variante all’interno di un loro pezzo finiscono per farcela stare in qualche modo.

Terry ama variare e gli anni trascorsi hanno saputo indirizzare la sua musica verso strade più salde e concrete, delle prudenti discese che amano talvolta optare per le vie più insidiose da calpestare. C’è ostinazione, voglia di rompere le barriere, e riuscire “a portare a casa” un disco come Individuation deve essere una gran bella soddisfazione.

Ho gradito la presenza ancor più massiccia del sassofono (intimità travolgente affiancata da struggenti cantati puliti), le variabili vocali e dei campi di tempo abili nello spaziare dal doom classico allo sludge chirurgico, sino a stupire con alcune potenti accelerazioni dal taglio più estremo.

L’opener Arduous Becoming mette le cose in chiaro in principio, ed espone disparati concetti nei suoi dieci, densi minuti. Un brano che in qualche maniera lascia spazio ad un “salto di qualità” non indifferente, lasciandoci dispersi e senza bussola nel mezzo del disco, pronti ad osservare tutto quello che ci verrà messo davanti con rinnovata meraviglia.

I Subterranean Disposition calano la loro tela prima su Haunted Optimist (ottima evoluzione/costruzione) e poi su una title track da tinte e nenie malinconiche. Inutile forse specificare quanto Individuation possa crescere a seguito di ascolti più dettagliati e consci del tragitto che assieme a lui si andrà a fare. Un maggiore livello confidenziale porterà senza dubbio risultati positivi, magari poco immaginabili durante l’impatto iniziale.

La portata è ingente, avvalorata anche dagli ultimi brani Archetypal (gran riff “ritornante”) e Shadow Work, ulteriori riuscite pratiche che compattano ulteriormente un album ispirato e ricco di un dinamismo tutto suo. Ne sono sicuro, i Subterranean Disposition con Individuation potrebbero sorprendervi non poco.

73%

Summary

Hypnotic Dirge Records (2023)

Tracklist:

01. Arduous Becoming
02. Haunted Optimist
03. Individuation
04. Archetypal
05. Shadow Work

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