Gli svedesi Soreption danno idea di uscirsene fuori dalla loro buca solo al raggiungimento della “forma perfetta” dei nuovi brani. Ogni nuovo disco deve rappresentare un accrescimento, un passo avanti nella loro discografia, con un’unica regola a vigere: la tracklist deve contenere otto brani!
Abbiamo passato da poco il decennio in loro compagnia, tornare indietro a riascoltare i loro precedenti lavori è per me sempre un piacere, ed accogliere il nuovo Jord un motivo di gioia, concentrazione e sollazzo.
E’ la Unique Leader Records ad abbracciare nuovamente l’operato della band (era stata Sumerian Records ha rilasciare il precedente Monument of the End) in occasione di un Jord che prova concretamente a rialzare l’asticella per un’altra volta.
Con i Soreption ci troviamo in campo technical/groove death metal. Il loro approccio rende onore ai connazionali Meshuggah e Theory in Practice e ai Decapitated, ma cerca anche di sintetizzare al meglio un discorso che potrebbe essere molto più complicato di ciò che è.
Sta proprio qui la bravura dei Soreption, nella capacità di creare pattern travolgenti e ricchi di trasporto, al contempo massicci, imponenti eppure così naturali nello sgusciare via con aggressiva caparbia.
I loro dischi sono dei terremoti emotivi e questo nuovo Jord non fa certamente eccezione. Il loro intento è quello di cercare ogni volta il bilanciamento perfetto tra il lato groove e quello tecnico e noi non possiamo fare altro che sederci, osservare, ascoltare ed applaudire tale sforzo.
Poi, con una produzione così “chirurgica, avvolgente e perfetta” il tutto acquisisce ancora più fascino ed entusiasmo. Ricevere le manate ferali dell’opener The Artificial North ci sveglierà a dovere, ci introdurrà dentro un suono meccanico ed immersivo, che vive sulle ali di un songwriting accorto e concentrato al 100% su ogni singola, piccola variazione.
The Forever Born promette di diventare un tormentone (menzione particolare per gli assoli sempre ispirati che vedono la partecipazione di svariati ospiti), Prophet accresce invece i livelli ansiogeni e di pathos prima che il motore ritmico (quanto diamine si diverte il batterista Tony Westermark) di Each Death More Hollow produca i suoi particolari effetti.
Colpi che arrivano sempre puntuali e coordinati quelli prodotti dai Soreption. Jord non ha alcun punto debole, e trae forza da un potere ipnotico senza dubbio levigato e molto personale. Lasciatevi pure staccare la testa dalle ondate emozionali di A Story Never Told, dall’incedere inesorabile di The Chasm prima di consegnare le ossa, follia a The Nether Realm’s Machinery prima o all’incredibile Död Jord poi.
Riuscire ad essere continuamente pressanti, al contempo solidi, sinuosi e catchy non è affare di tutti (una mezz’ora che vola letteralmente). I Soreption ci impartiscono una nuova lezione in campo death metal tecnico, il loro Jord è un “must have” di questo 2022, di questo posso esserne sicuro.
Summary
Unique Leader Records (2022)
Tracklist:
01. The Artificial North
02. The Forever Born
03. Prophet
04. Each Death More Hollow
05. A Story Never Told
06. The Chasm
07. The Nether Realm's Machinery
08. Död Jord