Simbiose – Trapped

Ritornano a tre anni di distanza dal quinto Economical Terrorism i portoghesi Simbiose. Come sempre incazzati, come sempre contro ogni tipo d’ingiustizia, visibile o meno che sia, fa poca importanza. Il nuovo nato prende il nome di Trapped e promette poco meno di quaranta scomodi e brucianti minuti.

Portare rabbia e malessere in musica non è mai così semplice, la troppa foga a volte può giocare brutti e complicati scherzi, traghettando l’ascolto verso una inutile iperbole urlata ai quattro dannati venti insensatamente. Ma qui siamo tranquilli, i Simbiose non sono esattamente gli ultimi arrivati (anche se la “catapulta sonora” applicata potrebbe farlo pensare, bisogna anche specificare di come in questo speciale caso giochi proprio a loro favore), e muovono in modo sottile le loro ben poco dinamiche trame.

Grindcore rivoltoso cantato in lingua madre (come non apprezzarne la cadenza e il suono), abile nel generare tormenti momentanei (non a caso quella Ignorância Colectiva posta proprio in principio ma anche Abismo… o il particolare anthem Será Que Há Morte Depois Da Vida?) quanto anestetizzanti rasoiate in pieno volto (e senza diritto di replica alcuno).

La voce è un glorioso rantolo pieno d’odio, in qualche modo splendido ma ancora acerbo e in via di divenire, un qualcosa che prende forza dalla sua linearità e viene sputato fuori sommessamente. Tolto lo spettro della opener “in stato di grazia” -e da bestemmia- Ignorância Colectiva (particolarmente esaltante per quanto mi riguarda), l’ascolto di Trapped assume contorni da subito compatti, ben poco emerge da una tellurica superficie che subito ci schiavizza (la melodia di Don’t Play Dead rappresenta una piacevole eccezione) sadicamente.

L’ascolto ci divora con metodi lenti, sarà un vortice a prelevarci inesorabile traccia dopo traccia (massimo tre minuti, ma che ve lo dico a fare!?), ipnotizzati da un riffing secco -bello peso- ed efficace nel frustare quasi di soppiatto (come si suol dire “cicatrici interne” pronte ad uscire fuori).

I Simbiose continuano a rappresentare una piacevole (e dovuta), alternativa (non troppo scontata) ai soliti Napalm Death ed Extreme Noise Terror, a volte sembra di trovarsi innanzi a dei Brujeria del crust punk. Trapped è arrivato per disturbare nel suo piccolo, per ricordare che starsene troppo in panciolle e con il culo all’aria ci rende ciechi e in qualche modo inutili. L’urlo che si alza è un “Fight injustice!” grosso, invasivo e contundente quanto l’avanzare di un mezzo cingolato.

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Summary

Anticorpos Records, Criminal Attack Records, Deviance Records, Apathy Never, Punk Vortex, Tanker Records, Neanderthal Stench (2015)

Tracklist:

01. Intro
02. Ignorância Colectiva
03. Acabou A Crise, Começou A Miséria!
04. “Deixós” Falar…
05. Infant Gas Mask
06. Abismo…
07. Trapped
08. Modo Regressivo
09. Será Que Há Morte Depois Da Vida?
10. Consciencialização
11. Don’t Play Dead
12. (A)pagar?
13. Fallout
14. Quem Vai Ganhar?