Una figura incappucciata che cerca di conservare la vita. Sullo sfondo il fuoco di un bombardamento missilistico e il raggelante sfacelo di una città.
I Sidus Atrum sono ucraini e sono attivi a livello di full-lenght dal 2019. Torn Sky rappresenta la loro terza opera su lunga distanza e logicamente filtra tutti gli umori, i pensieri e i sentimenti di chi vive da anni in un paese sotto attacco.
Per la seconda volta sotto l’etichetta austriaca Kvlt und Kaos Productions (e prima esperienza con loro per me) i Nostri rilasciano un disco in bilico tra freddo attacco e cingente melodia. Tutta la “ferale assenza” del black metal appartenente all’Est Europa emerge con prepotenza per donare quel gusto aspro e maledetto che fa sempre piacere incontrare. Gli squarci melodici a volte sono netti, altre volte fusi e ritagliati ad hoc durante l’esecuzione dei momenti più rapidi e ficcanti.
Torn Sky spalanca le porte di certo post black metal, apre gli occhi all’orrore e alle tragedie e da esse attinge per poter andare avanti e conservare un briciolo di ottimismo per ciò che verrà. La rabbia ci giunte con potenti folate grazie anche alla prestazione vocale di Yulia Lykhotvor, la sua missione è quella di aggredire, ruggire, di mostrare ferite senza cedere mai allo sconforto (ci saranno degli “spaccati” angelici che arrivano per smorzare un poco dalla pressione). Una prova a dir poco trascinante e che scava dentro, eroica per come riesce a condurre le danze con spirito indomito.
Torn Sky è arte che emerge dalla difficoltà, ne percepisci l’odore “casalingo” ma questo viene trafitto dall’incredibile forza di volontà e da un impatto che dal freddo iniziale lentamente si colora. Quando i Sidus Atrum si lanciano sulla strofa rapida e fendente riescono a catturare agilmente, il comune attacco di chitarre e voce riesce a lambire discrete vette a livello emotivo mentre l’aspetto atmosferico penserà a smaltire il carico acquisito.
La title track è per quanto mi riguarda la perfezione della forma di questo lavoro. Il tutto si anima su più livelli senza temere contrasto, note che fagocitano e ci invogliano a proseguire per scoprire cosa altro potremo esplorare. La seconda in scaletta When the Earth Was Screaming rinnova la dose, uno spettro in movimento tra le rovine che noi possiamo solo osservare in modo ipnotico. Angels of Steel è un canto di malinconica sofferenza che punta ad offrire respiro (anche Will Darkness Swallow Us? rincarerà la dose a riguardo) mentre Worse Than the Torturer colpisce con ondate modulate. I nove minuti della conclusiva Pulse of Life ci lasciano con l’impressione di aver ascoltato un disco realmente valido ed affidabile.
L’irruenza e poi lo stacco per guardarsi attorno ed immaginare un futuro migliore. Quanto potranno essere efficaci questi pensieri? Quanto verrà lasciato indietro e non più ripreso? L’ascolto di Torn Sky ci farà provare tutto questo a ridosso di un saliscendi razionalmente impervio, profondo e plumbeo.
Summary
Kvlt und Kaos Productions (2024)
Tracklist:
01. Розірване Небо (Torn Sky)
02. Коли земля кричала (When the Earth Was Screaming)
03. Сталеві янголи (Angels of Steel)
04. Гірше за ката (Worse Than the Torturer)
05. Чи поглине нас темрява? (Will Darkness Swallow Us?)
06. Пульс життя (Pulse of Life)