Shrapnel Storm – Silo

Il precedente album omonimo dei finlandesi Shrapnel Storm mi era molto piaciuto e vederli ritornare (sempre sotto la fida Great Dane Records) per la terza volta con l’album Silo mi ha fatto enorme piacere.

Sono serviti circa tre anni per i Nostri per lustrare a dovere l’artiglieria e farsi carico di dieci nuove poderose canzoni (più l’intro). C’è un tentativo di “evasione” dal precedente schema, c’è più voglia di oscurità, di non volersi ripetere anche all’interno della stessa singola canzone. Non parliamo di una ristrutturazione drastica del sound, gli Shrapnel Storm restano assolutamente coerenti con il loro cammino, solo che si assiste ad una volontà diversa, e alla decisione di voler buttare più fumo sopra le composizioni.

In apertura troviamo Wastelands, pezzo rapido ed efficace capace di evocare lo spettro dei Motörhead all’interno dello schema death metal prodotto da questi furiosi finnici. Qui ma anche nell’economia generale di Silo c’è più struttura, più voglia di Bolt Thrower, influenza che a questo giro ho percepito in maniera massiccia, e respirata così a pieni polmoni. Ma l’abilità degli Shrapnel Storm è quella di ricordarli senza dover scimmiottare per filo e per segno il loro sound, così arrivi a percepirli senza però rimanerci di stucco.

Silo è un disco che ha bisogno di più ripassi proprio a causa di certe sue caratteristiche. I brani colpiscono ma non perforano subito la nostra mente; l’effetto è solo rinviato, un premio per chi avrà perseverato con l’ascolto. Frutti che cadono solo maturi come Justice and Glory, Only Snake Here Is You (bella tetra) e Alive Ammunition (ottima la strofa ben pestata seppur con la dovuta e qui immancabile interpretazione).

L’apocalittica Bring Me the War ti invade con la sua ritmica ferrosa e con un senso di disgrazia tangibile nell’aria. Conquering the Gods è quadrata e lascia campo al passaggio dei mezzi corazzati che potranno fare ancora fuoco sulle note di Icon of Destruction (per chi scrive una delle migliori, amalgamata alla perfezione tra bridge e refrain e rocciosità), Obey and Perish, sulla rasoiata Kinslayer e This Is Where I Fell.

Belli coriacei gli Shrapnel Storm che ci espongono il loro vessillo con caparbietà, con mano ferma e pronta a premere il grilletto dell’impatto ragionato. La produzione potrebbe essere migliore e diciamo che potrà forse favorire i loro prodotti futuri se “ingrossata”, eppure mantiene al contempo un fascino puramente underground che non puoi evitare di adorare.

68%

Summary

Great Dane Records (2023)

Tracklist:

01. Silo
02. Wastelands
03. Justice And Glory
04. The Only Snake Here Is You
05. Alive Ammunition
06. Bring Me The War
07. Conquering The Gods
08. Icon Of Destruction
09. Obey And Perish
10. Kinslayer
11. This Is Where I Fell