L’incontro con i canadesi Serpent Corpse è stato senza ombra di dubbio molto positivo. Il loro disco di debutto intitolato Blood Sabbath è riuscito nell’ardua impresa di scavarsi una tana tutta sua, un luogo sicuro e ben nascosto dalle influenze moderne, un posto dove poter perpetrare i nostri rituali metallici senza essere disturbati.
E da lì, brano dopo brano un certo solletico ha cominciato a farsi spazio sino ad aggiudicarsi un ruolo da assoluto protagonista. Si, Blood Sabbath per quanto mi riguarda è proprio un bel prodottino, un disco da andare a recuperare senza alcun indugio in onore del caro, vecchio e stantio death metal.
I Serpent Corpse suonano in presa diretta un death metal abrasivo, confidenziale e d’impatto. La ricetta prevede l’intreccio della corrente nordica svedese legata agli Entombed (con la tipica “croccantezza” d-beat a fare da spalla), a quella appiccicosa in puro stile Autopsy/primi Death. Già da qui si potrà capire il target a cui si rivolge la band che in poco meno di quaranta minuti razzia tutto ciò che può e che deve.
Un album da headbanging ossessivo compulsivo quello prodotto dai Serpent Corpse, i ragazzi addobbano i loro suoni con umori da vecchia scuola, persino la prova vocale sembra uscire direttamente da qualche tomba divelta dal terreno, lasciando sfogare a dovere l’anima dannata di riferimento.
La bellezza di un album genuino, suonato solamente con la confidenza necessaria, senza la pretesa di spiccare dal lato strumentale. Blood Sabbath è l’impura esibizione di come si possa gettare nella fornace un riffing attempato e riuscire nell’impresa di catturare con assidua e scorticante semplicità.
L’unione delle chitarre super “incollate”con la sezione ritmica essenziale e il lato vocale antico danno vita a preziosi colpi come Nemesis (grande evoluzione, grande feeling), Let the Rats Feed (dai composti rallentamenti pestilenziali) e allo stritolamento melodico di Land of Rot and Misfortune.
Il disco comunque non smette di ardere e i suoi brani andrebbero menzionati tutti, dalla breve esplorazione di Crucifixion Shrine ai disegni monolitici di Swallowed Whole by the Abyss passando dalla pratica Dreams of Crows sino a piombare nella conclusiva title track, che per quanto mi riguarda raggiunge l’assoluto apice “visionario” del tutto con tanto di evidenziatura del lato “doomy” .
Lavorano per sottrazione i Serpent Corpse, però risultano dannatamente efficaci e il loro Blood Sabbath manovra senza farselo troppo ripetere la leva della persuasione magnetica. Per quanto mi riguarda, un album bello acido e tutto da consumare.
Summary
Temple of Mystery Records (2023)
Tracklist:
01. Spell of the Eternal Serpent
02. Electric Eye
03. Nemesis
04. Let the Rats Feed
05. Land of Rot and Misfortune
06. Crucifixion Shrine
07. Swallowed Whole by the Abyss
08. Dreams of Crows
09. Blood Sabbath