Sabrewulf – Mala Suerte

Arrivano da El Paso i Sabrewulf e nel 2019 rilasciavano il loro secondo, catramoso disco intitolato profeticamente Mala Suerte. L’album è rimasto orfano di etichetta sino al Novembre 2020, mese scelto per il nuovo “battesimo” dalla ruspante novità Petrichor. Con una copertina di nuova tonalità (un verde che detto sinceramente dona e rende il tutto più appetibile) i Sabrewulf si apprestano a far sentire le loro furenti note ad una più vasta e mordente platea.

Sono difatti morsi belli tosti quelli lasciati da dei Sabrewulf davvero incazzati e compressi. La loro musica si muove a cavallo di un death metal di matrice Entombed e di spiccate/fatiscenti influenze crustcore. Il risultato è il classico pugno in faccia scagliato contro senza troppi complimenti, abrasivo e privo d’ogni risvolto aggraziato. Mala Suerte fa male, ma male davvero (aldilà di un effettivo valore che non può sorpassare una certa soglia) nel suo creare un ambiente fortemente imbottito.

L’entusiasmo attanaglia e le chitarre gorgheggiano dentro un compressione totale. Si avverte la pesantezza delle note dentro lo stomaco, e lì scavano e scorticano senza curarsi di quanto male possano effettivamente produrre. E’ il “non curarsi” degli effetti l’ipotetico motto cantato dai Sabrewulf che schiacciano sino all’inverosimile l’aria che ci circonda.

I pezzi macellano e trasportano a ridosso di un riffing maleducato e scorbutico. Non mancano i momenti per scuotere la testa in totale ossessione (Warbreeder e Bottom Dweller eccellono in ciò), ma con un pochino d’attenzione potremo anche usufruire di certe finezze sparse perlopiù da metà in giù con Final Prayer (una versione del tutto singolare e “demoniaca” della famosa Losing My Religion), la tritatutto Marked For Death e soprattutto i sette minuti di una straniante title track.

Insomma, Mala Suerte vi chiede “soltanto” di spolverare le vostre motoseghe rimaste nello sgabuzzino, qui c’è da farle lavorare a pieno regime!

Il secondo album dei Sabrewulf si merita il suo piccolo e rispettoso spazio nelle collezioni più rigogliose, mordaci e contundenti.

67%

Summary

Autoproduzione (2019), Petrichor (2020)

Tracklist:

01. Beyond The Gates
02. Grave Of Pestilence
03. Warbreeder
04. Bottom Dweller
05. Final Prayer
06. Inverted Faith
07. Ritual Skin
08. Coffin Nails
09. Marked For Death
10. Mala Suerte