Roots of the Old Oak – The Devil and His Wicked Ways

Dall’Inghilterra e pronti a farci ricordare le usanze di un tempo. Si chiamano Roots of the Old Oak e con l’album The Devil and His Wicked Ways giungono al loro debutto discografico per Hammerheart Records. Non dobbiamo però immaginare una band di ragazzini; qui c’è saggezza, c’è gente pronta a cominciare con un nuovo nome all’insegna della passione e di certo tragico romanticismo.

Tagliando corto possiamo dire che The Devil and His Wicked Ways rappresenta l’esaltazione dei primordi di formazioni come My Dying Bride e Paradise Lost. Tutte le note che si spargono su questo debutto sono chiare a riguardo e non intendono mai ingannare il proprio fruitore. In pratica i Roots of the Old Oak con questo “colpo di mano” intendono riaccendere i ricordi dei più attempati ascoltatori presenti ancora sulle scene ed offrire al contempo un ponte di congiunzione ai più giovani, invogliandoli a prendere (o perché no, anche a riprendere) in mano vecchi capolavori appartenenti al passato.

C’è il passo, l’atmosfera cupa e cingente che formula da subito la nebbia necessaria a questo tipo di ascolto. Anche la voce va a braccetto con la musica, una prova istintiva pronta ad offrire la sua forte partecipazione all’economia generale del prodotto.

The Devil and His Wicked Ways gioca su ritmi di attesa, le sue canzoni agiscono a dovere solo dopo una fruttuosa conoscenza e quando scatterà quel “click” non si potrà più tornare indietro e dichiararsi ostaggi di un prodotto sicuramente ben eseguito e genuino. Non parliamo di un’esperienza difficile, però non si trova mai la tentazione di sconfinare su pezzi più semplici o dall’impatto genericamente più immediato.

Senza scomodare termini troppo esagerati possiamo attestarci ben al di sopra della sufficienza. I rintocchi impartiti dalle chitarre diventano persuasivi e trasportano a dovere nel loro cavalcare a ridosso di generi come il doom death e il più suggestivo gothic doom.

Saranno 42 minuti pieni, legati da una produzione che cerca per quanto possibile una “comunicazione” con tempistiche più recenti (da prendere con le pinze questa sensazione, diciamo che se volevano potevano calcare maggiormente l’aspetto antico), una produzione che esalta il lavoro delle chitarre (sentite che incastri sinuosi sull’ottima Cheating the Hangman oppure la sacra essenzialità della title track) e di un feeling generale che si rende a mano a mano più magnetico, fosco e letale.

E’ insomma l’abbraccio giusto quello che ci arriva dagli Roots of the Old Oak. Il loro The Devil and His Wicked Ways non potrà che convincere i “giusti”, ed alimentare quella particolare soddisfazione dello sapere che in giro ci sono ancora individui invischiati a formulare trame fitte, plumbee e drammatiche.

70%

Summary

Hammerheart Records (2023)

Tracklist:

01. I Defy Thee
02. Cheating The Hangman
03. Forest Dweller
04. A Ballad Of Two Ravens
05. The Devil And His Wicked Ways
06. Cosmic Dark Age
07. Allfather (A Wanderers Tale)
08. Take The Throne