Yorblind – Blind…But Alive

Yorblind – Blind…But Alive: death melodico, muscoli e intelligenza

Francesi giunti al terzo disco, i Yorblind hanno un’unica, chiara pretesa: apparire il più compatti e coesi possibile. E il gioco riesce loro piuttosto bene, perché Blind…But Alive intrattiene senza mai annoiare, riempie gli spazi (grazie a una produzione corposa e avvolgente) e sa azzannare melodicamente con ferocia quando il momento lo richiede.

Il loro melodic death metal si nutre di soluzioni vagamente alternative: immaginate una bizzarra jam session fra Pantera, At The Gates, Meshuggah e Soilwork, e avrete un’idea – anche se solo vaga – di ciò che vi aspetta. La volontà di colpire in modo ruvido prevale, l’aggressività domina incontrastata, urlata e sfogata fino all’ultima briciola di fiato. Si ondeggia, ci si concede a ritmiche telluriche, dominate da mezzi tempi che amano divagare, mentre la voce si muove liberamente dal growl brutale all’urlo liberatorio, passando – con eccellente equilibrio – per il pulito (lampante l’esempio di The Self Centered, intrisa di smaccate influenze Fear Factory, tutte ben calibrate e mai fuori posto).

Corazza e crepe: quando l’intensità respira

Blind…But Alive è una corazza che permette, qua e là, qualche crepa emozionale. L’headbanging è sacrosanto, ma non è l’unica regola a cui sottomettersi. E’ forse proprio questo a renderlo più interessante di molti altri. I ragazzi sanno colpire duro e poi concedere la boccata d’aria necessaria, senza compromettere l’impatto attentamente costruito. L’incedere li ringrazia, schiavo com’è dell’ordine naturale delle cose.

L’intro (Blind…) e l’outro (…but Alive) sono strumentali; nel mezzo, i sette brani protagonisti. L’uniformità regna sovrana, eccezion fatta per alcuni ritornelli che emergono con maggiore forza (The Scapegoat e ancora The Self Centered). Da segnalare anche la poderosa opener I Am Not (l’ho particolarmente apprezzata) e la sconquassante armonia di The Master.

Niente giri di parole: se Blind…But Alive sa fare il suo lavoro, ve lo farà capire da subito. Altrimenti, meglio lasciare il boccone a metà: la vostra digestione vi ringrazierà.

  • 69%
    - 69%
69%

Summary

Klonosphere Records (2015)

Tracklist:

01. Blind…
02. I Am Not
03. The Scapegoat
04. The Exploited
05. The Self Centered
06. The Master
07. Genesis
08. The Teacher
09. …but Alive

Commenta