Andiamo in Irlanda per un po di sludge/funeral doom marcio e “disadattato”.
Dopo l’ottimo esordio The Sunken Threshold i Wreck Of The Hesperus danno alle stampe Light Rotting Out, un condensato di acidi si forma immediatamente nelle giunture e di colpo veniamo catapultati in qualche fetida cantina dove a regnare troveremo solamente tiepida luce artificiale ed un forte odore di paura ed ignobiltà. Bastano nuovamente tre brani per completare il sudicio lavoro, tre brani che ci sprofondano sempre più nella via del non ritorno (il primo di otto minuti è quello più accessibile, il secondo di dieci un pochino meno sino arrivare al terzo di ventuno minuti diviso in più parti), saranno quaranta minuti non facili quelli che dovremo affrontare, magari un primo ascolto non fornirà nemmeno una vaga ombra della validità celata dietro queste architetture sparateci in faccia con potenza, rabbia, e malevola sicurezza.
Il percorso di validità e segretezza protratto dalla Aesthetic Death non fallisce nemmeno in questo caso (stra-consigliata la versione A5 del prodotto, ma pare sia stata gettata sul mercato anche una versione vinile da parte della Streak Records), per somma gioia e gaudio degli ascoltatori più malati in circolazione. Un lento degrado scandito grazie ad un sound secco ma efficace, con l’onnipresente prestazione di un basso atto a conferire profondità in ogni possibile anfratto. La voce è indemoniata, uno scream lacerante che sembra uscito fuori da un’anima torturata (reale e corrosivamente disturbante).
Il riffing appare come un quieto gocciolare e sarà compito unico ed esclusivo del fruitore riuscire a decodificarlo a proprio uso, consumo e finale vantaggio.
Tutto si ferma e tutto riprende, ancora ed ancora, è come assistere ad un cerimoniale ma con la consapevolezza, o la realizzazione di essere le vittime appositamente designate, è come entrare in contatto con qualche struttura ferrosa in un completo stato di ansia/paura.
Musica che diventa facilmente poco inquadrabile sebbene appaia abbastanza semplice nella forma, lo diventa per la situazione da “trance” che va -in maniera molto naturale- a formare attorno e dentro noi. E’ difficile decretarne con esattezza il valore, per chi mastica il genere potrebbe essere un 70, addirittura un 80, o magari tutto potrebbe dissolversi su una stiracchiata sufficienza, di certo ci sarà della materia da spolpare a dovere, per gli altri invece vale il senza voto che vado ad applicare con non poca “noncuranza”.
Light Rotting Out è uno di quei “dischi situazione”, dove per forza di cose bisogna andare oltre al semplice fatto di trovarsi di fronte a degli strumenti che emettono suoni e vibrazioni, riuscire a farsi avvolgere non sarà affatto semplice ma nemmeno così impossibile.
“Portals in shadows……Every one a little darker“
Summary
Aesthetic Death (2011)
01. Kill Monument
02. Cess Pit People
03. The Holy Rheum (I – Night of Negative Stars, II – Hologram Law)