The Witch of November è il secondo demo pubblicato sotto il monicker Wolves of Desor e ci introduce a un giovane progetto capace di esprimere i propri concetti attraverso una cruda e furente formula di black metal.

La traccia iniziale, Mountain’s Grand Majesty, sprigiona asprezza e malinconia attraverso un riffing freddo e magnetico (pronto a srotolarsi più che bene). È una di quelle aperture complete e incisive, a cui non si può davvero obiettare nulla.

Le note di The Demonic Liar colpiscono come frustate brucianti e implacabili, trovando conforto e rifugio in una produzione grezza e minimale (dentro vige un feeling dannato, pronto ad attendere a braccia aperte quelli che sapranno come fare per digerirla). I Wolves of Desor fanno uscire dalla propria musica lapilli davvero prelibati, questo è ciò colpisce e conta quando ti proponi con un prodotto diabolico e così genuino. Una certa caciara può venire bene a tutti, la differenza sta tutta in quello che riesci a far emergere dal muro imbastito e The Witch of November in questo è capace di dire la sua.

Spirit of Evil spiega invece quanto sia importante il contatto bruciante con la pelle per poter percepire e assimilare appieno la musica creata dai Wolves of Desor.

The Lighthouse Keeper estrae un trasporto efferato e distante, un pezzo che saprà nutrire determinate e burrascose sensazioni, 11 stoici minuti idonei a calzare la nostra palpitante dannazione.

Il tutto si chiude con la title track, un brano strumentale che invita alla riflessione e a tirare le somme su quanto appena ascoltato. Una traccia da non sottovalutare, una sorta di catarsi sonora che ci avvolge mentre sprofondiamo lentamente nell’oblio.

Le chitarre gracchiano disperate, echi e urla si fondono dentro una grigia coltre impenetrabile. I Wolves of Desor con il loro The Witch of November eseguono i giusti passi e riescono a farsi notare anche grazie alla spinta di Canti Eretici Productions che si occupa della consueta versione “cult” in musicassetta.