Winterfylleth – The Reckoning Dawn

Puntuali quanto il tipico orologio svizzero (un disco fuori ogni due anni) ecco piombare fieramente in questo 2020 i britannici Winterfylleth con la settima e roboante fatica discografica intitolata The Reckoning Dawn.

A questo giro i Winterfylleth hanno avuto più tempo per la preparazione di un disco elettrico visto che il precedente The Hallowing of Heirdom lasciava bellamente sfogare l’anima più intima, eterea ed acustica con risultati a dir poco soddisfacenti. Stare un poco più di tempo lontani da certe dinamiche è risultato essere terapeutico per la band; il nuovo The Reckoning Dawn và difatti per vie dirette e pregne di sicurezza a puntellare un tridente d’attacco “vistoso” ed invidiabile (le altre due parti? Semplice: “The Mercian Sphere” e The Threnody of Triumph”), autentico fiore all’occhiello –per quanto mi riguarda- della scena estrema inglese tutta.

The Reckoning Dawn è praticamente perfetto e sinuoso, attacca dall’inizio alla fine senza mai dimenticarsi di inserire autentiche pregevolezze melodiche all’interno di ogni singolo brano. E’ un blocco unico e serrato, un “morso pagano” meraviglioso e puntuale in ogni sua parte. Stupisce il lavoro d’insieme svolto da ogni componente della band, il motore sta bene (ragazzi qui si ringiovanisce?) e ce lo ribadisce con i colpi serrati, diabolici ma al contempo fieramente epici inclusi su delle canzoni che irrompono come il fragore di una cascata.

I pezzi si prendono sempre il tempo necessario ma questo finisce per “volare”, e i minuti diventano secondi se adagiati o riposti su una ispirazione melodica di questo tipo (affiancata talvolta da un immaginario coristico Ulveriano). Se togliamo difatti la pungente opener Misdeeds of Faith (solida, pezzo che spiega al meglio il loro rientro) il resto delle composizioni va a puntare una media di ben otto minuti ma loro riescono a portare tutte le energie dell’ascoltatore al traguardo della splendida In Darkness Begotten così, in scioltezza.

E’ proprio qui che si gioca la partita più importante, laddove si potrebbe vedere una “via senza sbocchi” io ci vedo invece il raggiungimento della loro perfezione, l’arrivo all’agognato traguardo dopo anni di strade, polvere ed avventure. The Reckoning Dawn scivola così tra le dita, forte di pezzi maestosi come A Hostile Fate (The Wayfarer Pt. 4), Absolved in Fire (cosa non fanno le chitarre, ma dove caspita ti trasportano!?), la gorgogliante e sognante title track e A Greatness Undone. Poi, quando sei lì per domandarti se la “grazia” sia davvero terminata, eccoti servite a muso duro prima una Yielding the March Law e poi i nove minuti conclusivi della già citata In Darkness Begotten.

Le strofe elevano, cori ed aperture melodiche innalzano a bruciapelo per questo capolavoro firmato Winterfylleth. The Reckoning Dawn sarà una delle mie “imposizioni scritte” di quest’anno (poco ma sicuro), il disco punge ed emoziona al massimo delle sue –e loro- possibilità. E’ vivo, si dimena, ma ogni angolatura finisce per incantare e per buttarti nella sua composta mischia.

Che carriera quella dei Winterfylleth e che incanto la copertina proposta a questo giro con quelle sfumature di luce (e i rilievi sulla edizione in vinile aggiungono quel tocco magico in più).

85%

Summary

Candlelight Records (2020)

Tracklist:

01. Misdeeds Of Faith
02. A Hostile Fate: The Wayfarer, Pt. 4
03. Absolved In Fire
04. The Reckoning Dawn
05. A Greatness Undone
06. Betwixt Two Crowns
07. Yielding The March Law
08. In Darkness Begotten