Until My Funerals Began – Behind the Window

Non conosco l’esordio Cemeteries Flowers. Fare dunque paragoni mi diventa impossibile, ma il secondo album degli Until My Funerals Began intitolato Behind the Window risulta davvero tanta cosa.

Lo si può intuire partendo dalla lunghezza delle canzoni proposte dagli Until My Funerals Began (tutte orbitanti attorno ai dodici minuti, con un acuto picco sui sedici). Sarà poi il raggiungimento di quel senso di schiacciamento (percepibile a prescindere, su ogni singolo secondo dell’opera) a determinarne il reale valore dell’operazione.

Gli ucraini Until My Funerals Began si prodigano per poter preservare il loro prezioso raccolto. Mentre la sempre positiva Silent Time Noise Records continua la sua accurata quanto inquadrata costruzione discografica.

Bisogna stare alla larga da Behind the Window se non si è avvezzi al più claustrofobico dei funeral death doom. Il carattere degli Until My Funerals Began impone loro di diffondere oppressione in ogni direzione: l’uso di atmosfere aride e oscure si espande, formando un manto impenetrabile in cui la melodia fatica a filtrare.

Faranno i salti di gioia, invece, i seguaci del pensiero “più lento è, meglio sarà“, che si troveranno tra le mani una nuova arma, forgiata e votata alle più intime desolazioni.

Staccare completamente la spina prima di cominciare sarà doveroso: la preparazione psicologica, in questi casi, rappresenta una parte integrante e fondamentale per il completo successo di un ascolto certamente non facile da affrontare.

Solo in questo modo saremo pronti per la prima calata. Sto parlando della title track che rappresenta anche la canzone più classica e convenzionale dell’intero disco (e, sotto certi aspetti, la migliore). Le tastiere sono leste nel richiamare i primi My Dying Bride, mentre l’atmosfera diventa freddamente tragica, tingendosi di sfumature cupe e statiche. Dalle terre dell’Est sta emergendo un preciso trademark sonoro, che accomuna formazioni come Who Dies in Siberian Slush, Abstract Spirit e Revelations of Rain, giusto per fare alcuni nomi.

Le stesse tastiere impregneranno amabilmente tutto il disco, andando a rappresentare una sorta di mai scontata variabile. Da sottolineare il contemporaneo utilizzo -su qualche passaggio- di scarna ed asettica elettronica.

Comincia recitata la lunga Snowflakes prima di terminare nell’assenteismo più totale dato dagli ultimi minuti (sono esperimenti di variabilità che mi ritrovo sempre ad approvare quando vengono usati con criterio). Questions è dotata di un crescendo importante dove il gruppo indovina al meglio l’incubazione generale dell’atmosfera.

Funeral Waltz si apre in maniera sacra e sfoggia (aprendo ferite) un ritmo malinconico di forte estrazione autunnale, mentre la conclusiva To the Sun riporta il tutto su binari arcigni e soffocanti. Da metà canzone in poi si vive un momento che ripaga tutti gli eventuali sforzi compiuti durante il tortuoso ed onirico percorso, semplicemente da pelle d’oca.

Ora sapete a cosa andrete incontro quando i vostri occhi incontreranno la bella e subito memorizzabile copertina. Un’ora abbondante di gracile lentezza ci attende in solitaria. E’ li ad aspettarci pazientemente, e non chiederà mai in cambio troppo clamore.

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Summary

Silent Time Noise Records (2011)

Tracklist:

01. Behind the Window
02. Snowflakes
03. Questions
04. Funeral Waltz
05. To the Sun

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