At the First Glare of a Colder Sky è un esordio fresco, bello da ascoltare e adeguatamente spogliato da sistemi invasivi o complicati, angolature che potrebbero trarre in inganno o portare alla rovina anche il disco dei più esperti e navigati musicisti in circolazione (praticamente la noia non fertilizzerà mai su questi lidi).
I True Lie sanno che bisogna “accendere” determinate emozioni per lasciare una prima bella impressione/abrasione, capiscono molto bene su che livello agire e si allineano a questo, producendo un album frizzante e curioso, dotato delle giuste impennate dentro le giuste tempistiche. Non a caso At the First Glare of a Colder Sky arriveresti ad ascoltarlo ripetutamente, questo non perché sia chissà quale incredibile capolavoro (non si tentano tiri ad effetto, proprio qui risiede la forza di capire come agire quando è tempo di iniziare a fare sul serio) ma per la sua risolutezza, per una certa naturalezza con la quale sa calzare melodic death metal e metalcore alla stessa maniera (alla fine trovo il termine “modern metal” azzeccatissimo). Lo fa benissimo aiutato in prima battuta dai puntuali ACME Recording Studio e da una masterizzazione curata addirittura da Fredrik Nordström e Henrik Udd, lande svedesi signori, e nientemeno che Fredman Studio (tuffetto al cuore bello che confezionato al solo nominarli) “scomodati” -non a caso forse- per completare l’opera.
Il disco nei suoi 35 minuti colpisce, ma sa anche quando nascondere la mano durante l’esecuzione dei momenti melodici (dotati sempre di un pungente aroma agrodolce), questi fuoriescono “clinici” ed ispirati, vanno a stabilire un chiaro punto di forza e il motivo principale per cui gettarsi subito in cerca del disco. Ma sarà anche meglio specificare come questi non dominino affatto l’album, non ci troviamo difatti al cospetto di un qualcosa di così altamente “zuccheroso” da risultare controproducente fino a livelli malamente oppressivi, su At the First Glare of a Colder Sky troveremo pure discrete e sonore legnate, c’è un groove di fondo che mai viene lavato via, un comportamento da considerare sotto certi aspetti come “indiavolato” o incontenibile (in ogni caso sempre prossimo a “scoppiare”).
Personalmente ho apprezzato tantissimo l’inizio e la fine del disco, aldilà della linearità persistente, l’opener As the Dawn Broke (che snocciola non a caso il refrain più propositivo dell’intera opera) e la doppietta conclusiva formata da Reek of Desperation e Mark of Cain sono riuscite a meritarsi uno spazio d’onore rispetto le comunque animate concorrenti. Ma vedrete che saranno solamente piccolezze personali, perché la costanza sarà di casa (non male neppure When Everything Withers o i colpi ben assestati di Just for a While) , guidata da una parte strumentale quadrata, pulsante e reattiva, ed una prestazione vocale convincente su ogni diramazione coraggiosamente intrapresa (sorta d’impavido salto nel vuoto).
I True Lie non lasciano spazio a dubbi, e il loro percorso “che conta” viene battezzato con un discreto botto, At the First Glare of a Colder Sky è lavoro ricco d’istintiva adrenalina, doveroso goderselo tutto d’un fiato.
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Summary
To React Records (2014)
01. As the Dawn Broke
02. When Everything Withers
03. Will I (The Day I Stood Still)
04. Just for a While
05. To Embers and Ashes
06. The Hand That Fed Me Lies
07. Reek of Desperation
08. Mark of Cain