Groove, furia e maturità: il testamento sonoro dei Toxocara
Terzo e ultimo lavoro prima dello scioglimento per i “cagnacci” Toxocara. Con AtmosFear gli olandesi arrivarono a produrre un disco pienamente maturo, colmo in ogni sua parte di furibondo e lacerante groove. L’album è stato anche il mio primo e unico approccio con la band, quindi paragoni o non meglio precisate “scalette di valore” non potranno trovare riscontro effettivo in questo preciso caso.
AtmosFear inizialmente mi ha dato qualche rogna (se dovessi dare un voto basato sul primo ascolto, si sarebbe andati sotto la sufficienza). Il gruppo mi sembrava del tutto “inoffensivo” e privo di soluzioni vincenti. Poi, a partire dal secondo ascolto, è iniziata una lieve escalation che mi ha portato ad apprezzare totalmente il prodotto in ogni sua componente.
Death metal classico e non (definibile con le pinzette come “alternativo”, indicato ad esempio se avete apprezzato la formula sonora di gruppi come i francesi Dagoba) si mescola con soluzioni ultra-grooveggianti e lontani richiami “industriali”. Ne nascono nove brani (dieci considerando la breve e consueta intro) monolitici e a “rotta di collo”. Precisi, corposi, potenti e armonici, capaci di entrare in connessione con il fruitore di turno, anche se in maniera forse troppo flebile. Riusciranno comunque a conquistare grazie al dono della sacra pazienza.
hitarre e batteria in primo piano: l’anima pesante di AtmosFear
La produzione enfatizza al meglio l’animo pachidermico dell’insieme, esaltando in primis l’impatto della sezione ritmica (la batteria primeggia nello scandire tempi e controtempi). Ma anche le possenti chitarre faranno di tutto per richiamare l’attenzione con la loro incessante e prolifica fabbrica di riff.
Angelici cori di bambini aprono e chiudono il lavoro. Nel mezzo, l’unica legge sarà la devastazione, scandita in maniera esaltante dal singer Niels Feekes. Il suo growl profondo trova perfetta dimora su ogni infrastruttura sonora (che sia profonda, d’attacco o ariosa) e rappresenta una delle note più liete dell’insieme.
L’opener Black Widow, a conti fatti, sarà la traccia che meglio spiega cosa sono i Toxocara e cosa sanno fare. Violenza e profondità si scontrano sagacemente con partiture melodiche di forte impatto. A seguire, troviamo l’emblema della veemenza secondo questi impavidi olandesi: Annihilation by the Ankar (Marionettes of War), brano capace di mantenere la tensione a livelli altissimi (da sinceri applausi lo stacco finale). Puro trasporto vorticante quello proposto dalla completa Confessions of the Black Regiment, mentre Moryty Holodom rappresenta lo stampo più classico dei mid-tempo qui prodotti (mi tocca elogiare nuovamente Niels per le grandiose linee vocali intraprese).
Il gran finale: intensità, oscurità e alcune sorprese sonore
A seguire abbiamo l’esaltante The Kempeitai Hordes Of Hirohito, traccia in grado di sprigionare chissà quali entità oscure (tremendamente intensa, ma ricca di sfaccettature). Dopo la toccante strumentale Flashlight Shadows (do you remember Chuck Schuldiner?), parte il gran finale costituito da Bravo Two Zero, Towards The Perpetual Labyrinth (e qui – per mia somma felicità – mi hanno anche ricordato gli inizi degli Hypocrisy) e la pestata The Red House Report (poi… alla fine… sorprendentemente sgorga fuori anche una celestiale voce femminile).
AtmosFear è rivolto a chi ama una certa abrasione strumentale. I Toxocara sono creatori di musica pulsante e accattivante: il tipo ideale di musica per raddrizzare giornate nate troppo storte.
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68%
Summary
Twilight Vertrieb (2011)
Tracklist:
01. Atmosfear
02. Black Widow
03. Annihilation by the Ankar (Marionettes of War)
04. Confessions of the Black Regiment
05. Moryty Holodom
06. The Kempeitai Hordes of Hirohito
07. Flashlight Shadows
08. Bravo Two Zero
09. Towards the Perpetual Labyrinth
10. The Red House Report