Non lasciamoci ingannare dalla notevole presenza di illustri ospiti (praticamente sparsi ovunque, ci accompagneranno assieme al sestetto base all’interno delle diverse fasi del disco), l’esordio degli israeliani Tomorrow’s Rain dovrà essere ricordato anche per altro: innanzitutto per il songwriting e le sue canzoni (ovviamente), oltre che per la ricerca ossessiva di un sound volutamente datato e “fuori tempo massimo” ormai già da diverse ere.
Hollow sembra essere un disco uscito fuori da qualche polverosa cantina, un nastro rimasto occultato per anni prima di essere nuovamente maneggiato, accudito, “ripreso”, adattato ad un mondo che non è stato lì ad aspettarlo. Il risultato vuole parlare chiaramente ai nostalgici della scena gothic/doom e a dirlo è lo stile, i modi, lo scandimento delle strutture e il calibro degli ospiti che remano tutti in un’unica e “sacra” direzione. Ogni nota ti urla tutto questo addosso, lasciandoti una voglia matta di ritornare a respirare uno specifico e “vergine” entusiasmo; quello appartenente ai capolavori (o meno) degli albori del genere, cristallizzando così quegli attimi che precedettero l’arrivo di una formula più snella, pratica ed “abboccata”.
51 minuti non sono pochi e c’è da dire che la spigolosità dei suoni potrebbe facilmente ingannare, perché l’ascolto procede invece rapido, aldilà di ciò che si potrebbe facilmente pensare (leggasi “troppa pesantezza”). Così, vuoi per gli ospiti, vuoi per un spirito volutamente arcano e drammatico Hollow scorre bene grazie alla sua pazienza, sciorinando classe ad ottime interpretazioni sulle quali finisce ad ergersi quella ruvida e antica del protagonista canoro Yishai Sweartz.
Con la decadenza seduta alla propria destra i Tomorrow’s Rain si cibano anche di immaginari dark e se la presenza di Aaron Stainthrope e Greg Mackintosh sembra parlarci chiaro per quanto concerne alcune influenze, è dalle parte di primissimi Tristania, Lacrimas Profundere, Theatre of Tragedy, The Sins of Thy Beloved e Draconian che finiamo a battagliare con il pensiero.
La tracklist è senza dubbio di pregevole fattura, lanciata da una Trees realmente di effetto prima di una tormentata Fear che vede per l’appunto la presenza del cantate dei My Dying Bride irrorare il tutto con tipica tragicità. Con A Year I Would Like to Forget i Tomorrow’s Rain ci mettono invece in bocca un pezzo più semplice e facile da digerire (e pure pronto per restare con le sue influenze che passano dai Theatre of Tragedy ai Katatonia passando attraverso i Moonspell).
In The Corner Of A Dead End Street sciorina una coppia di guest come Greg Mackintosh e Sakis Tolis. Il primo cesella una chiusura da brividi con la sua chitarra, mentre il secondo contribuisce alla “presenza” di un brano pronto a finire tra i migliori di tutto Hollow.
Misery Rain è sicuramente una delle più complicate del lotto (qui troveremo gli inconfondibili Fernando Riberio e Mikko Kotamaki) prima di una parte conclusiva inaugurata prima da una notevole Into The Mouth Of Madness (con Jeff Loomis e Kobi Farhi) e proseguita da title track (le influenze Septicflesh unite alla presenza dello stesso Spiros non stanno a nascondere le intenzioni) e una The Weeping Song (cover di Nick Cave) che vale da ultimo ossessivo/disperato canto, dove Yishai finirà per duettare funestamente con Anders Jacobsson, Kobi Farhi e Lisa Cuthber.
Non lasciatevi però ingannare dalla nutrita schiera di “aiutanti”, Hollow prende sicuramente spunto dalla tipicità di certi nomi, ma sceglie di avere infine un andamento tutto suo. Il disco non finirà per questo a sminuirsi, ma acquisterà invece una forza interiore notevole, lasciando vagare le voglie di ripercorrere queste strade lastricate di sofferenza.
Summary
Art of Propaganda (2020)
Tracklist:
01. Trees
02. Fear [feat. Aaron Stainthorpe]
03. A Year I Would Like To Forget
04. In The Corner Of A Dead End Street [feat. Gregor Mackintosh, Sakis Tolis & Kobi Farhi]
05. Misery Rain [feat. Fernando Ribeiro & Mikko Kotamäki]
06. Into The Mouth Of Madness [feat. Jeff Loomis & Kobi Farhi]
07. Hollow [feat. Spiros Antoniou]
08. The Weeping Song [Nick Cave cover][feat. Kobi Farhi, Anders Jacobsson & Lisa Cuthbert]