The Ritual Aura – Laniakea

Un disco che arriva, irrompe e se ne va in scioltezza dopo aver combattuto una battaglia più con se stesso che noi (ai posteri una veritiera sentenza). Non si può parlare mare di Laniakea dal punto di vista del technical death metal, ci troviamo di fronte ad una band che vuole “eccedere” e rendersi sintetica oltremisura dentro una perfezione strana ma mai stordente. Diciamo -in breve- che i The Ritual Aura non mi esaltano a mille, ma neppure finiscono per annoiarmi (complice sicuramente una durata contenuta che spazza tutto senza insistenza, sarà un vortice unico, come se fossiamo al cospetto di un’unica e martellante traccia).

I The Ritual Aura sono una buona proposta proveniente dall’Australia, il loro intento sembra quello di voler dipingere “mondi differenti” e sinora poco immaginati. La poca umanità potrà essere ostacolo per tanti (e di sbieco mi ci metto anche io), ma sul fondo, proprio quando credi di aver afferrato molto poco arrivi a percepire qualcosa, attimi che ti faranno pensare di non aver sperperato il poco tempo messo a disposizione.

L’ultra tecnica affiancata da leggiadri synth e bombardamenti “incostanti” appoggiati su scale arzigogolate. Laniakea da una parte vuole renderci la vita difficile mentre dall’altra decide di non oltrepassare mai la barriera per sfondare definitivamente le leggi particolari del genere. In tal modo resteremo agganciati a qualcosa di conosciuto, soprattutto per merito di una prestazione vocale molto classica (leggasi : “umana”), e ben attenta nel non eccedere su iperboli come la controparte strumentale.

Alla fine è solo questione di farci l’orecchio e ogni stranezza può diventare brillante e d’ispirazione (mi vengono in mente gli spaccati melodici di Precursor of Aphotic Collapse giusto per fare un nome). D’altronde se sono riusciti a trasmettere strane sensazioni a me che non sono di certo un accanito affezionato del genere una risposta pratica ci deve pur essere. Laniakea va dunque affilato, oliato e riconosciuto a più riprese, deve insomma entrare in circolazione con i suoi tempi prima del rilascio degli ambiti frutti.

Onde soniche attutite e sparate fuori da cervelli in perenne funzione. Breve, raggelante e sintetico.

  • 63%
    - 63%
63%

Summary

Lacerated Enemy Records (2015)

Tracklist:

01. Mythos of Sojourn
02. Ectoplasm
03. Time-Lost Utopia
04. Era of the Xenotaph
05. Nebulous Opus Pt, I
06. Precursor of Aphotic Collapse
07. Erased in the Purge
08. Nebulous Opus Pt, II
09. Laniakea