The Axis Of Perdition – Tenements (Of the Anointed Flesh)

I The Axis Of Perdition chiudevano il cerchio con un album freddo e chirurgico

La carriera degli inglesi The Axis Of Perdition proseguiva in maniera particolare e naturalmente estrema con Tenements (Of the Anointed Flesh). Ai tempi della sua uscita (2011), non sapevamo che sarebbe stato il canto del cigno della band. Questo lo ha reso col tempo ancora più malinconico ai nostri occhi. Anche se non potevamo immaginare che, molti anni dopo, i Nostri ci avrebbero riprovato.

La formazione stava però mutando forma, confermando quelle caratteristiche tecnico/folli che da sempre avevano fatto la loro fortuna. Non si registrava più quella particolare atmosfera malata dei primi lavori, né quel grigio e inumano caos che mi spingeva a una continua esplorazione di album come The Ichneumon Method (And Less Welcome Techniques), l’EP Physical Illucinations in the Sewer of Xuchilbara (The Red God) o Deleted Scenes from the Transition Hospital. A essere puntigliosi, un certo caos era ancora presente, solo che definirlo semplicemente “caos” sarebbe quantomeno errato, in virtù di quanto avevano fatto sentire in precedenza.

Maturità estrema per una nuova forma di caos

I The Axis Of Perdition, come ogni buona cosa, stavano “maturando”, e il loro percorso li conduceva ad adattarsi alla sempre più crescente richiesta di “spigoli intellettuali” nella forma musicale. Estremi e d’avanguardia lo erano e continuavano a ribadirlo. Diciamo che il disco faceva il possibile per riuscire nell’intento di farsi notare.

Tenements (Of the Anointed Flesh) appare come un grande album, poco importa da quale parte lo si giri. Il voto potrà apparire basso (i primi dischi rimangono per me superiori), ma posso assicurare una forte, intensa qualità lungo tutta l’ora di durata. Gli inglesi vogliono martoriare l’ascoltatore con rabbia e intensità “controllate”. I momenti di respiro si contano sulle dita di una mano e sono concentrati tutti sul finale. La particolare alchimia sonora, definibile come una sorta di avantgarde industrial black metal, riceve un sound “apatico” sotto certi aspetti, che sembra quasi voler remare contro la consueta potenza e pienezza di questo tipo di produzioni. Non so se questo effetto sia stato voluto o meno. E’ come se i The Axis Of Perdition avessero voluto confonderci le idee con questa trovata, un espediente che ho recepito comunque in maniera positiva.

Il risultato finale è quello di avere per le mani un prodotto freddo e chirurgico, eccellente manipolatore di continua dissonanza grazie a chitarre aspre e in costante movimento. Come sempre a proprio agio su questi fili, Brooke Johnson, con la sua voce personale e corrosiva, riesce a costruire linee vocali interessanti su queste note. Ciò non è per niente facile. Fra l’altro, sembra fare tesoro dell’esperienza fatta con i Void Of Silence nella penultima Ordained, estraendo dal cilindro una linea pulita assolutamente da urlo. E noi non possiamo far altro che apprezzarne gli sforzi.

Un viaggio asettico tra dissonanze e sorprese

Nella sua particolarità, il disco riesce a mantenere un aspetto lineare, a partire dall’ottimo terzetto iniziale formato da Unveiled (assieme a Ordained la mia preferita), Unbound e Sigil and Portents (altro pezzo sul quale riporre molta attenzione). Si resta invischiati in un clima asettico, spezzato in un primo momento solo dalla strumentale Dark Red Other. Poi abbiamo la pluri-citata Ordained, un brano etereo che praticamente non c’entra nulla con il resto dell’album. Traghettatrice dei nostri resti nella direzione della definitiva tranquillità di Awakenings.

Ascoltatelo e riascoltatelo, deponetelo magari sotto la vostra lente d’ingrandimento per tot tempo.Tenements (Of the Anointed Flesh) fa parte di quella nutrita schiera di prodotti bisognosi di svariato tempo prima di poter riuscire a completare quella speciale missione di pura folgorazione. Da comprare senza esitazione se sono ricercatezza, fuga dalla banalità e cura maniacale dei piccoli aspetti quello che puntualmente ricercate (poi la copertina contribuisce a completare l’opera degnamente, e scusate se è poco).

Se il nome The Axis Of Perdition sarà sempre ricordato positivamente, sarà anche grazie a questo lavoro.

  • 73%
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Summary

Code666 Records (2011)

Tracklist:

01. The Sleeper
02. Unveiled
03. Unbound
04. Sigils and Portents
05. The Flesh Spiral
06. The Dark Red Other
07. The Changer
08. Disintegration
09. Ordained
10. Awakenings

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