Sun of the Sleepless – To the Elements

I progetti di Ulf Theodor Schwadorf appaiono -gira che ti rigira- sempre interessanti, ma soprattutto sono capaci di portare al fruitore un certo senso di “importanza” che non verrà più lavato via successivamente dal ricordo. Ogni sua idea musicale è riuscita ad arricchire il campo calpestato per l’occasione, vu – oi che si tratti degli Empyrium, vuoi per la formula catchy dei The Vision Bleak o del nome Noekk, giusto per non parlare dell’importanza avuta dallo stesso per gli Autumnblaze. Con il monicker Sun of the Sleepless il nostro torna a far battere quel cuore boschivo, notturno e misterioso (e diciamolo pure, di chiara tendenza Empyrium) con il quale lo abbiamo conosciuto, solo che le cose si fanno ora più “elettriche”, dirette o decise se vogliamo, ma d’altronde non è una novità, visto che è comunque dall’ormai lontano 1999 che il tedesco ci fa sentire la sua voglia inappagata di certa “misticità”. A cambiare è solo la forma, o meglio, la portata di importanza che riceve adesso il nome Sun of the Sleepless rispetto ai suoi primi vagiti, una “semplice valvola di sfogo” capace di assume contorni decisamente più importanti e vogliosi di sgomitare all’interno del panorama musicale riservato alle categorie atmosferiche del black metal.

Sembra gridare di attenzione questo To the Elements, e come possiamo noi ignorarlo? Il disco sta lì a parlare da solo, non ci vogliono trucchi ne inganni, la musica fluisce in maniera perfetta, costruita magistralmente per l’occasione. Non ci sono caratteristiche esagerate, non ci sono allungamenti noiosi, tutto suona esattamente come deve suonare e il piacere sarà solo la prima sensazione che potremo assaggiare.

To the Elements cresce, cresce nonostante già un primo ascolto ne denoti la forte e spiccata maestosità. Il black metal atmosferico dei Sun of the Sleepless si stende come un drappo, rapisce in modo adeguato e lineare, nel modo e relativo mood che andavano per la maggiore nel corso degli anni novanta. Si respira la voglia, si sente il rumore di foglie calpestate o di animali intenti a svolgere le loro consuete attività senza essere disturbati dalla presenza umana. In appena 40 abbondanti minuti Schwadorf sciorina grazia e bellezza in dosi se vogliamo “eccessive” per i tempi che corrono. Ma tutto era già chiaro dalla scelta di unire Loreena McKennit e Shakespeare nella introspettiva, notturna e maestosa introduzione chiamata The Burden. Da quel momento in poi inizierà un viaggio su lande immacolate, su tragitti scritti per l’occasione da una mano sopraffina e capace di emozionare ad ogni cambio di regia. Inutile stare a parlare delle cinque corpose tracce che compongono di l’ossatura To the Elements, poiché sono tutte magistrali in egual misura, ognuna capace di farti dimenticare all’istante quella precedente (una peculiarità che appartiene solo agli dei). La magia dei Sun of the Sleepless non richiede sforzo ma solo la capacità di saper esprimere un determinato feeling, dischi come questo vanno solo che consumati voracemente, diverse alternative non possono sussistere. Magia, magia essenziale e pura.

83%

Summary

Lupus Lounge (2017)

Tracklist:

01. The Burden
02. Motions
03. The Owl
04. Where In My Childhood Lived A Witch
05. Forest Crown
06. In The Realm Of The Bark
07. Phoenix Rise