Suffer In Silence – Brutal Realities

Brutal Realities rappresentava nel 2010 l’opera prima per i romagnoli Suffer In Silence, i Nostri aggredirono la materia con perizia ed intuizione, centrando così il primo importante bersaglio posto sulla faticosa strada.

Il death metal melodico prodotto in Italia -devo ammettere- non mi ha mai entusiasmato più di quel tanto, in molti casi ho riscontrato prodotti buoni solo per metà oppure inconcludenti. Fortunatamente non è questo il caso dei Suffer In Silence, i quali vanno a fare compagnia a Dominance, Disarmonia Mundi e primi Infernal Poetry tra le mie preferenze personali (offrendo di fatto una valida alternativa agli stessi).

Per la parte musicale ci avviciniamo molto ai loro corregionali Dominance, prendendo così come punto di riferimento il classico trademark At The Gates (poi sarò pazzo io, ma in qualche parte mi hanno pure ricordato i mai troppo osannati Eucharist), ma tale requisitio verrà “sventrato” a dovere, si causa in questo modo l’ingresso di qualche cromosoma italico capace di personalizzare il necessario. E’ il tipico caso di una proposta “non nuova” che acquista una brillantezza sua, senza avere il peso ingombrante di decine di influenze come prassi. Da questo punto di vista il quartetto esce fuori davvero bene e a testa alta.

La produzione è serrata, immediata ma anche claustrofobica, rappresenta senz’altro l’ulteriore arma convincente dell’insieme, lasciando ad altri quel fastidioso senso di “liscio” che troppe volte giunge a deturpare le cose (determinate atmosfere qui riescono ad emergere). Ogni strumento ha il suo personale palcoscenico (comprese le tastiere di sottofondo, sempre adoperate a favore della situazione), mentre il cantato è perfettamente bilanciato (una lode al singer Patrick per strofe e refrain mai banali), e va a nozze con l’apparato strumentale che lo segue.

La prima Absurd Humanity dimostra già in partenza la bontà esecutiva del quartetto, ma la conferma arriva tramite la successiva The Brutal Reality (of life), qui i Suffer In Silence installano nel proprio DNA una maturità non comune, esibendo fra le cose una voce “cyborg” perfettamente incastrata nel tutto.

Una volta partito, il disco scorre con una naturalezza incredibile, ogni pezzo si tiene ben distante dalla noia, aspetto questo da non trascurare assolutamente, considerando che ascoltare delle mezz’ore di questo tipo non è affare troppo comune (troppi fattori che devono concatenarsi). Ogni intervento in tal senso riesce ad aggiungere, versando una luce curiosa e sufficientemente variegata anche all’interno della singola canzone (spiega bene ciò la mia preferita Lament). E’ invece epica e figlia diretta del metallo svedese Without Gods, in questo caso la formazione raggiunge uno dei suoi primi picchi qualitativi, uno di quelli che forse si finirà per ricordare a lungo.

L’unica nota stonata (almeno per quanto mi riguarda) è rappresentata dalla scelta di logo e copertina, se dovessi scegliere (o farmi indurre) un disco da questi fattori non esiterei a scartare Brutal Realities senza alcun ripensamento, ma questa è solo una mia visione personale. L’album è invece “invecchiato” molto bene, e merita di essere ripreso se a suo tempo era passato inosservato.

  • 70%
    - 70%
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Summary

SG Records (2010)

Tracklist:

01. Perceptions
02. Absurd Humanity
03. The Brutal Reality (of life)
04. All the Evil of the World
05. Killer Thoughts
06. Lament
07. Without Gods
08. Eatshit!
09. Delete
10. Suffering in Silence