Stoneman – Human Hater: Gothic rock tra melodie catchy e spunti industrial
Senz’altro divertenti gli svizzeri Stoneman, giunti nel 2010 al loro terzo album. La loro proposta è una miscela sonora che abbraccia per lo più un gothic di tendenza e piuttosto accessibile, diretto ma arricchito da accenni ruvidi di stampo industrial.
Per chiarire meglio le idee, vanno obbligatoriamente fatti alcuni nomi, dei lampi fugaci balzati in testa durante l’ascolto del disco. Possiamo così rintracciare sentori di Deathstars, 69 Eyes, Crematory, Scream Silence e, di rimando, H.I.M. Tenendo ben presente che gli Stoneman fanno largo uso – e non poco – del growl.
Il prodotto vuole essere catchy e dark, premurandosi anche di dare “continue e innocue spintarelle” nel mentre. L’obiettivo è catturare il maggior numero di ascoltatori possibile, e penso che questo album possa rappresentare la colonna sonora ideale per feste, party o divertenti viaggi in macchina tra amici. Al tempo stesso riesce a regalare anche qualche spunto “romanticoso” che, in certi casi, non guasta affatto.
Brani che brillano di più presi singolarmente che in un ascolto d’insieme
La qualità del disco è piuttosto elevata, ma nell’ascolto complessivo qualcosa finisce per sottrarre fascino. Diciamo che i brani acquisiscono maggiore valore se ascoltati singolarmente – ad esempio in un DJ set – piuttosto che tutti in fila come in un normale ascolto lineare.
Ci sono diversi alti e bassi, e le parti migliori lasciano intravedere tutto il potenziale di questa formazione svizzera.
Si canta e ci si “schianta” con le hit targate Stoneman. Le iniziali White Star e Hope You All Die Soon sono tra le più toste e piacevoli, capaci di catturare l’ascoltatore tra spire melodiche zuccherose. Che Human Hater punti al successo lo si capisce subito, anche per la scelta del singolo e la speciale presenza di Wednesday 13 dei Murderdolls come guest. Il brano Zombie Zoo, però, è – a mio parere – anche il più brutto del disco, e non colpisce come dovrebbe (direi di evitare di acquistare l’album basandosi solo su questo pezzo).
Per fortuna arriva subito un rialzo con Trail of Destruction, goth-rock seducente alla Scream Silence (ma anche più oscuro nei passaggi con voce profonda), e con la title track “Crematoryana”. Suicide Is a Suicide torna a deludere leggermente, anche se nel complesso non è un brutto brano (qui l’occhiolino ai Deathstars è ben presente). Lo stesso discorso vale per Built of Anger, di cui salvo solo il ritornello.
Tra melodie ruffiane e sfuriate rocciose, spicca il tormentone finale che resta in testa
Sugar Mama è ruffiana quanto un gatto quando vuole la sua razione di cibo, e sarà perfetta per i goth club più malfamati. Mentre la doppietta Kendra Comes e Let the Beast Come In mostra l’anima più rocciosa e spigolosa del gruppo. Una menzione a parte merita il tormentone finale (nonché bonus track) No Sweet November, un lentone strappalacrime che i 69 Eyes avrebbero certamente voluto scrivere per un loro disco. È il classico brano capace di monopolizzare le giornate di chi lo ascolta anche solo una volta.
Ben prodotto, anche se a tratti “confusionario”, Human Hater mieterà le sue vittime senza troppe difficoltà. I ragazzi ci sanno fare e dimostrano di avere diverse idee nel loro bagaglio. Manca però quel qualcosa in più, quell’elemento che li porterebbe accanto alla nutrita schiera di nomi che li ha ispirati.
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60%
Riassunto
Twilight Vertrieb (2010)
Tracklist:
01 White Star
02 Hope You All Die Soon
03 Zombie Zoo
04 Trail Of Destruction
05 Human Hater
06 Suicide Is A Suicide
07 Built Of Anger
08 Sugar Mama
09 Kendra Comes
10 Let The Beast Come In
11 No Sweet November