Stigmhate – Zodacare Od Zodameranu

Quarto passo discografico per gli Stigmhate, il nuovo Zodacare Od Zodameranu è un puro abisso di negatività, è il male che non perdona e tutto vuole triturare. Non saranno ammesse soste, la fabbrica messa in azione spara ed erutta violenza e malvagità utilizzando continue frustate sonore, e l’unico nefasto fine è posto laggiù in fondo, dove risiede il traguardo, e forse sarebbe meglio cercare di non capirlo, giusto per il quieto vivere (voglia di citazione… “Se nulla sapranno della vittoria, è loro risparmiata almeno l’esperienza della sconfitta“).

Il disco è intenso e dai tratti rituali secondo tradizione italica. L’oscuro cerimoniale abbraccia con un sorriso sardonico, le chitarre -tramite una continua accurata operazione- aprono ferite, ferite pronte a non rimarginarsi perché il tempo non verrà mai concesso, i tempi sostenuti lo vietano, ma non disperate amanti di malsane melodie perché qui ne troverete a bizzeffe, e di quelle che tanto piacciono a voi fra l’altro, messe appositamente lì per la gioia, e il dolore che solo voi potret intuire (per gli altri molto probabilmente sarà il solito disco da tacciare come “senza capo né coda”).

La produzione è un manto tenebroso, rimane fosca ma fa sentire tutto creando una sorta di effetto “vedo non vedo” certamente ideale per sviluppo e chiusura del percorso intrapreso. I Stigmhate come già detto suonano all’italiana, ma fanno anche sentire la furia dell’est e un gusto melodico svedese come puntello di certe aperture, squarci fiammeggianti, inquietanti orpelli su sfondo scuro, sicuramente un bel sentire per come vengono adoperati.

Ve ne accorgerete già al primo ascolto, la forza di Zodacare Od Zodameranu sta nel suo insieme e lì soltanto (proprio per questo non voglio nemmeno accennare ad una singola traccia), l’album deve obbligatoriamente macinare minuti priva di svelare il suo reale valore, esige l’immersione di chi vi si approccia, e solo una volta ottenuto ciò vi lascerà lo spazio per qualche vago, soporifero pensiero.

Potremo rimanere soggiogati da qualche traccia in maniera particolare all’inizio, ma sotto sotto -ed inconsapevolmente- sta già cominciando una sorta di processo di livellamento, perché l’insieme qui è la forza, l’uno è tutto, il messaggio è respirabile, traspare sopra ogni muro sonoro qui eretto.

Zodacare Od Zodameranu poteva essere il loro testamento, diventerà invece la loro forza, attraverso la sofferenza e la perdita che tutto -in strano modo- rafforza. Entità pronte a sprigionarsi su ogni livello possibile ed immaginabile, black metal occulto secondo nostrana/sacra tradizione.

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Riassunto

Bakerteam Records (2014)

Tracklist:

01. Aetherion
02. The Third Obsidian
03. Ave Averno In Genesi Nema
04. Mistress Of Bone’s Mounds
05. Pleroma Apocrifa Mistica
06. Adamas Ater
07. The Templethoth
08. Radiant Darkness
09. May The Cursing Be
10. Feralis Exercitus
11. XV