Spell Hammer – Goat’s Hill

Un demo travestito da full-lenght. La voglia di roba bestiale e primordiale bussa alla porta? l’unione con termini quali black metal e underground vi rende subito fecondi? bene, perché solamente in questo caso gli Spell Hammer faranno al caso vostro. Questi baldi giovani non vogliono generare cataclismi con il loro debutto Goat’s Hill, un album malevolo in dimensione da scantinato, diabolico e in maniera sua occulto.

Certo, non si va oltre un piacevole e lineare ascolto, esaltazioni straordinarie o mistificazioni varie non bussano mai alla porta. Però i Nostri concretizzano al meglio le loro soluzioni creando un muro sonoro fatiscente, avvolto sartoriamente da un costante e ciclico velo morboso.

Giusto come i vecchi demo d’un tempo Goat’s Hill vive attraverso un sound scarno, essenziale e casereccio, il cantato è una manifestazione spiritica e sospirata (la linea guida è un primordiale Burzum tanto per rendere l’idea), mentre la musica pesca fra il marcio più marcio norvegese e il marcio e più marcio finlandese, il tutto senza produrre controproducenti gelosie (con il binomio Hellhammer/Bathory a vigilare dall’alto dei suoi anni)

Niente di nuovo dunque, probabilmente ogni momento di questo disco lo avrete già sentito decine se non centinaia di altre volte, ma il bello di assaporarsi una continua rigenerazione sonora di una formula obsoleta è proprio questo, e ovviamente il giudizio finale spetta alla capacità di ogni singolo “spettatore” di interpretare tale questione. Io con queste cose continuo a divertirmi e continuerò a cercarle anche quando i risultati prodotti sono un po’ così come Goat’s Hill.

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