Spearhead – Theomachia: death metal bellico e implacabile
Ben ci stanno, nell’attesa fra un mostro sacro e l’altro, gli Spearhead. Theomachia è il loro terzo lavoro e saprà tenere a bada i deathsters “cronici”, bisognosi di nient’altro che costanti e attente cure. Una rinnovata linfa diabolica per quelle orecchie che mai smetteranno di far traboccare sangue.
Spalleggiati qui da Agonia Records, i Nostri preparano un assalto sonoro di 36 minuti. Non c’è l’intenzione di apparire troppo simili a dozzine di altri (per la cronaca: Morbid Angel e Behemoth – più qualche pungente uscita alla Marduk – sono i principali e più noti parametri di riferimento).
Gli Spearhead hanno la convinzione di un kamikaze: le loro violente intenzioni sono perfettamente respirabili a pieni polmoni. Non importa su quale brano deciderete di “sciaguratamente” deporre la vostra carcassa, l’urto arriverà in modo fulmineo. Il risultato è un disco meritevole del suo spazio (senza la pretesa di assurgere a salvatori o nuovi messia del genere: qui si seguono solo le regole del raccolto), suonato con attenzione e prodotto in maniera enfatica, per quanto riguarda l’impatto.
Violenza controllata e impatto: Theomachia non fa prigionieri
Theomachia bada al sodo, trancia il dibattito di netto e non richiede nemmeno il minimo sforzo in sede d’ascolto. Il riffing è vario e pimpante, apre spiragli a favore di una prestazione vocale sempre pronta a recitare versi trascinanti, fieri e battaglieri. Un altro ingrediente vincente è certamente la batteria. Del tutto puntuale negli svariati stop’n’go, sconquassante quando deve colpire senza pietà.
I Morbid Angel sono ben più di una semplice influenza: oltre alle loro tipiche strutture “martorianti”, troviamo brevi e lancinanti assoli perfettamente ispirati, mai leziosi, fuori contesto o prolissi.
Fra i momenti migliori cito The Lie of Progression, Perdition Tide, Herald the Lightning e Prey to the Conqueror, ma ogni traccia merita attenzione, nessuna esclusa.
Questo disco forse non entrerà negli annali, ma una volta premuto il tasto “play” è quasi impossibile fermarlo. Theomachia è un rullo compressore che riuscirà presto nell’impresa di farsi voler bene. Va goduto così com’è, e senza rimpianti.
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68%
Summary
Agonia Records (2011)
Tracklist:
01. Eschatos
02. The Lie of Progression
03. Kshatriya
04. Perdition Tide
05. Polemos Pater Panton
06. Praesagium
07. Herald the Lightning
08. Prey to the Conqueror
09. Autocrator
10. To Slake the Thirst of Ages
11. Aftermath