Descent to Abaddon inizia laddove finisce Crypts of Ancient Wisdom, nello stesso punto preciso, e sono passati pure tre annetti nel frattempo, però la questione non sembra mutata granché, tanto che i greci Soulskinner potrebbero benissimo sovrapporre e far suonare in successione tali opere senza che quasi nessuno se ne accorga oggettivamente.
E si comincia così, con una linea di confine che non esiste e con quella copertina che prosegue pari pari quella della fatica precedente (quelle che vorremmo sempre vedere insomma, è questo ciò che pensiamo quando si tratta di classico sound death metal). Ad essere pignoli a questo giro la produzione cerca di fare qualche passo in avanti, ma la cosa non infastidisce molto, anzi si va in qualche modo a calcare il pathos sui brani dal passo lento.
Descent to Abaddon vede giostrare dieci brani per tre quarti d’ora di truce death metal “Made in Europe” (non solo, i primi Death si sentono, eccome se si sentono!). La sua tracklist risulta meglio equilibrata rispetto alla precedente fatica ma questo non mi impedisce di preferire Crypts of Ancient Wisdom sebbene per una questione di pochi infimi punti. Certo, sono solo “menate da recensore”, perché questo nuovo nato dimostra una certa voglia di crescita senza il bisogno ossessivo di voler strafare o peggio “progredire” verso qualche nuova diavoleria sonora (lasciamoli fare ad altri certi passi finché l’ispirazione vive). Classici i Soulskinner erano, e classici vogliono continuare ad essere, senza paura, zero fronzoli, muniti della giusta corazza per affrontare una scena sempre più difficile da cavalcare.
E così possiamo gioire sulla spassionata rasoiata iniziale Fracticide, sulla seguente e più varia Soul of Death, soprattutto sui “calibri da novanta” da sette minuti ciascuno Nemesis e title track (posta con intelligenza al momento dei saluti).
I Soulskinner per fortuna non vogliono perdere l’importantissimo rapporto con la loro terra, e chi saprà cogliere spunti o particolari momenti, aggiungerà ulteriore gaudio al suo gradimento, altrimenti andrà bene lo stesso poiché sarà la sana qualità a parlare. L’ipotetica trilogia iniziata dalla prima Fracticide viene proseguita da Chorus of the Initiated (la voce di Gothmog sugli scudi) e Murder mentre alle restanti The Dead Have Ravished (sorta di tributo ai Bolt Thrower, insomma il brano giusto per quando la loro mancanza si rende opprimente), True Bliss (quella capace di crescere nel tempo), la gorgogliante The Fall (qui l’ispirazione si chiama Asphyx) e A Spectral Vision tocca il compito portante di collante centrale che nulla teme e nessuno cerca di ingannare.
Anno 2017, se il death metal continua a contare qualcosa per voi i Soulskinner dovranno per forza far parte della vostra speciale artiglieria casalinga, tutte cartucce certamente ben spese.
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Summary
Xtreem Music (2017)
Tracklist:
01. Fracticide
02. Soul Of Death
03. Nemesis
04. Chorus Of The Initiated
05. The Dead Have Ravished
06. True Bliss
07. The Fall
08. A Spectral Vision
09. Murder
10. Descent To Abaddon