Skady – Mysterium

Secondo disco per i tedeschi Skady e seconda discreta prova di black metal arcigno, fiero e dal tocco pagano.

Non giriamoci troppo attorno, questo è il classico ascolto evitabile per la stragrande maggioranza di voi, anche i collezionisti più acuti troveranno evitabile questa uscita. Si possono certamente dire tante parole, di quelle che stanno sempre bene in questi casi, del tipo: “non offrono nulla di nuovo” oppure “sono privi di mordente” e via discorrendo. Lungi da me raccontarvi o farvi credere l’opposto, sarò fatto male io forse, ma questo Mysterium un suo perché lo riesce a trovare eccome.

In primis il disco è bello cazzuto, cazzuto forte! Il termine pagan non deve trarre in inganno visto che non troveremo ambientazioni smaccatamente epiche o i conseguenti cori trionfali. Gli Skady premono sull’accelleratore in maniera sgraziata e colpiscono con il black metal tipicamente crucco e dai contorni spigolosi ma melodici.
Saremo trasportati in battaglia tramite il suono di un rullante scarno, chitarre umide e rapprese, mentre un rantolo “boschivo” aspro e stridulo farà di tutto per darci l’adeguato benvenuto. I brani (otto) hanno bisogno di una breve gestazione per essere compresi al meglio, si ha subito l’impressione di un album gettato li in totale confusione, ed invece con il tempo si arriva a percepire anche la più piccola bellezza nascosta meticolosamente su ogni pezzo.

La bellezza della opener Vom Platz der stets im Nebel schwimmt o del piccolo gioiello Irrlichter – Flammen im Moor (otto minuti di massimo trasporto), il tiro dallo strano incedere di Ravnejuvet, saranno tutti aspetti da testare. Si va avanti senza soste avvolti (sempre coperti, nascosti) graffiati da una dannata voglia di sangue vivo, spiegata in maniera più che adeguata da The Rusty Blade Of Old Cold Steel. Il premio di miglior riffing e miglior strofa se lo prende però Winterfluch, pienamente convincente grazie al suo passo sicuro e demolitore. In dirittura d’arrivo troviamo l’altra canzone dalla durata elevata dal nome Im Erwachen des Mondes (e altro pezzo forte di Mysterium, con la comparsa di chitarre acustiche) la poco esaltante Verdammter Seelen letztes Grab e la finale e melodica Arrival Of Endless Solitude.

Se il binomio black metal/germania vi affascina come pochi una piccola opportunità questo Mysterium se la potrà guadagnare, l’importante è che le aspettative restino “ridimensionate” e composte al loro posto.

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Summary

Asatru Klangwerke (2011)

Tracklist:

01. Vom Platz der stets im Nebel schwimmt
02. Irrlichter – Flammen im Moor
03. Ravnejuvet
04. The Rusty Blade of Old Cold Steel
05. Winterfluch
06. Im Erwachen des Mondes
07. Verdammter Seelen letztes Grab
08. Arrival of Endless Solitude