Che storie..
Di solito faccio ordini sulla fiducia e raramente mi capita di posare le orecchie su un disco intero prima di riceverlo; e neppure mi ero reso conto del caos che stava succedendo sul web riguardo a Nightmares of the Decomposed, ultimo lavoro di casa Six Feet Under. Ma per fortuna mi è capitato, e così sono finito sul campo a “vedere” cosa mai fosse successo e se tale accanimento fosse esagerato o meno. La migliore risposta che posso darvi è il gesto automatico che ho avuto di togliere l’articolo dal mio ordine (che per fortuna non era ancora partito), così, senza tentennamenti quando di solito anche con qualcosa di “bruttino” tendo a chiudere un occhio per “doveri di completezza personali”. No, a questo giro non si poteva proprio completare l’acquisto e mi spiace davvero vedere una band come i Six Feet Under ridotta in questa maniera (certamente non sono mai stati eclatanti ma il loro divertimento con qualche toppa lo hanno sempre portato in cascina).
Semplici lo sono sempre stati ma qui si sconfina senza curarsene e a peso morto nella “semplicità imbarazzante ed elementare”. Nightmares of the Decomposed è in una parola sola : “agonia”. E’ quasi impossibile salvare qualcosa se non il tiro della opener Amputator o la “so bad it’s so good” Migraine (dalle sensazioni stoner doom) sino a planare sulla strofe dell’ultima Without Your Life che rimangono simpaticamente impresse.
Chris Barnes non ce la fa più e va anche bene vista l’età e tutto, ma presentarsi in questa forma sgolata risulta essere dannoso (quel verso che riproduce cinque/sei volte in tutto l’album e molto spesso nello specifico su The Rotting è realmente obbrobrioso!) e al 100% controproducente. Alla chitarra troviamo anche il vecchio compagno di merende Jack Owen e forse era meglio se ne restava fuori visti i risultati raggiunti.
Mai prima d’ora un disco death metal era stato capace di generare una così acuta e fervida depressione, di quella reale, sincera, addirittura compassionevole. Tutto alimentato da una copertina che sembra il suggello ad una colossale presa in giro (una ciliegia sulla torta al contrario insomma).
Se nella vostra collezione di film figura con prepotenza la costoletta di Alex L’ariete allora potreste volere possedere anche questo Nightmares of the Decomposed; tutto dipende da quali fili di giudizio andate solitamente a muovere con determinati e “speciali” prodotti.
Buio, noia e tanti sbadigli che non verranno mai interrotti. Difficile fare peggio di così.
Summary
Metal Blade Records (2020)
Tracklist:
01. Amputator
02. Zodiac
03. The Rotting
04. Death Will Follow
05. Migraine
06. The Noose
07. Blood Of The Zombie
08. Self Imposed Death Sentence
09. Dead Girls Don’t Scream
10. Drink Blood Get High
11. Labyrinth Of Insanity
12. Without Your Life