Il fascino oscuro dei Signeri: recensione dell’esordio
Ci sono uscite che sanno subito impattare al primo ascolto e l’esordio omonimo degli svedesi Signeri è proprio una di queste.
Il trampolino di lancio è il black metal, ma non si tratta di una formazione ossessionata dall’essere “sporca e cattiva” a tutti i costi. Al contrario, i Signeri amano modellare le loro canzoni con ricche melodie, avvolgendole in un alone d’occulto che può talvolta evocare il tocco dei connazionali Tribulation. Pur flirtando con l’atmosfera e il mistero, la band non indulge in eccessi: ogni brano conserva una componente “catchy” che ne esalta l’impatto senza snaturarlo.
Questo debutto agisce come una lama sottile e sono sicuro che si lascerà dietro i suoi danni. Le composizioni sono tutte persuasive, piccoli incantesimi in cui la grazia spettrale si piega a un incedere velenoso. Ogni melodia è una spirale che trascina verso il cuore di un vortice, dove i Signeri danno forma alle proprie visioni, evocano presenze, e offrono all’ascoltatore la scelta di perdersi su un filo teso tra seduzione e terrore.
Il primo morso: quando l’ombra si fa suono
È un sentore oscuro ma avvolgente, dai toni dark e abrasivi, ad aprire il disco. Darkness Embrace è il brano ideale per inaugurare questo viaggio. Le melodie sono incisive, le ritmiche implacabili (e in qualche modo richiamano alla mente una formazione di nicchia come i Scheitan) per un incantesimo che si diffonde libero, insinuandosi come un virus.
Signeri ci terrà compagnia per quaranta minuti. Una mossa efficace come l’impronta musicale animata da questi ragazzi. La loro musica sa muoversi, non si perde mai e riesce ad andare oltre un’apparenza magari “semplice”. Legion Strong cattura con naturalezza mentre Setting Fire to Worthless il passo rallenta e il respiro si fa più cupo stringendoci con delle chitarre davvero ispirate.
Poi arriva Häxa e il suo gradito crescendo per un momento sospeso tra folk, ottoni e voci femminili che vanno ad intrecciarsi. A seguire arriva Shedding Skin, pezzo che rappresenta il lato più immediato e diabolico della band. Intanto l’ascolto si calcifica e il disegno cercato dalla band si compie. I frutti si raccolgono in coda: prima con The Sulphur Brigade (of the Morning Star), poi con l’ultima Hills Painted Red. La seconda è un’autentica primizia per cui stravedo, capace ogni volta di pietrificarmi con la sua oscurità avvolgente e una coda super emozionale.
La metamorfosi controllata del suono
Ciò che rende i Signeri interessanti è la loro abilità nel attraversare territori diversi – dal black al doom, passando per il goth – inserendo suggestioni psichedeliche e accenni progressivi, senza mai perdere in impatto, capacità espressive e coerenza.
La volontà di esplorare da identità e smalto al disco. Signeri non dimostra desideri di conquista ma predilige insinuarsi, lasciando che sia tu a decidere se seguirlo o meno. E’ proprio lì, tra seduzione e pericolo, che si rivela il suo vero e drastico fascino.
Summary
ViciSolum Productions (2025)
Tracklist:
01. Darkness Embrace
02. Legion Strong
03. Setting Fire to Worthless
04. Häxa
05. Shedding Skin
06. Nightfire
07. The Sulphur Brigade (of the Morning Star)
08. Hills Painted Red