E’ un dipinto grigio, sinottico e rilassante quello proposto dall’artista bulgaro Hristo Gospodinov attraverso la seconda opera del suo progetto chiamato Shrine.
Si ambisce alla trasmissione di un puro distacco sensitivo, il Nostro imbastisce difatti un prezioso e succulento tappeto ambientale, un posto che richiede solamente la nostra reazione sognante e psicologica. La Cyclic Law non è diventata etichetta culto per caso, e per l’ennesima volta ci propone un album degno del suo nome. Chi è solito attendere la troppa oscurità oppure il troppo rumore dovrà tuttavia girare bene alla larga, perché qui si punta esattamente ad evitare certi picchi su ambo i sensi.
Poco meno di un’ora il tempo agitato con mestiere, gli elementi naturali si mischiano a droni mai oppressivi, la presenza di alcune parti cupe non compromette né giunge a dominare gli anfratti, lasciando il tutto in mano al pensiero e alle piccole cose, quietamente consapevoli della loro semplicità.
Si finisce presto dislocati e in pieno trance onirico, cullati da un trasporto distaccato ma in qualche modo intenso, tiepido, con l’alternarsi di freddo e grigiore. The Grand Design apre con perfezione, il sipario si svela, concedendoci l’entrata in questo strano mondo organico ancora inesplorato (la copertina in tal senso aiuta a stuzzicare l’immaginazione).
Ascoltare queste composizioni con il giusto volume o un sistema audio adeguato potrà amplificare umori e sensazioni, lo intuiamo nel crescendo a piccoli passi che si respira nella seconda traccia Immersion. E’ una continua semina per sogno e spirito, una sensibilità rarefatta, indefinita, dai contorni che si avvertono ma non si vedono, è un distacco speciale quello che si rinnova dietro ogni nuovo inizio.
Lost Beauty è semplice e di raggelante bellezza, il migliore Fennesz sale subito alla mente (se bisogna dare un’ispirazione decisa a questo disco si tratta del nome in cima alla lista), mentre la title track pensa a creare inquietudine con effetti grevi. Il rumore dell’acqua torna protagonista (dopo la sua presenza nella prima traccia) su The Iron Water, qui troveremo vita, e decise quanto piacevoli amplificazioni sonore atte ad esercitare un effetto istantaneo. Dream Captured In Stone ha il compito di rimettere in circolazione un certo aspetto sedativo (a mente leggera).Nel mentre l’ascolto prosegue (oserei anche dire che passa anche troppo rapidamente), e senza troppi patemi giungiamo alla silenziosa On The Edge Of The Void, traccia che spezza il viaggio e tutto ciò che di confortevole ci può essere collegato. Rimaniamo impigliati chissà dove, con dentro la necessità di voler ricominciare il tutto daccapo.
Somnia è limitato a 600 copie, questo forse l’incentivo definitivo per muoversi nei suoi confronti, tanto già lo sappiamo che l’artwork meriterà a prescindere, un giusto suggello artistico e visivo pronto a svelarsi di fronte ad occhi reali e a quelli della mente.
Summary
Cyclic Law (2012)
Tracklist:
01. The Grand Design
02. Immersion
03. Lost Beauty
04. Somnia
05. The Iron Water
06. Dream Captured In Stone
07. Ruins
08. On The Edge Of The Void