Sercati – The Rise of the Nightstalker: un concept che naufraga tra stanchezza e delusione
The Rise of the Nightstalker (Tales of the Fallen Part 2) dei Sercati è un disco che magari avrà tanto da dire – e narrare – a livello di storyline. Ma rimaniamo giusto fermi lì, perché il lato musicale le tenta proprio tutte per mandarti a letto anzitempo.
Spiace trattare un disco così male (soprattutto con la Grom Records di mezzo, che mai prima d’ora mi aveva deluso), purtroppo capitano quelle volte in cui non puoi proprio farne a meno. Non è questione di genere, di contaminazioni: è proprio tutto a non funzionare qui dentro. Brani privi del necessario attrito, un appiattimento generale e una produzione che rimane insaccata, atta a non concedere la benché minima emozione.
Le canzoni avanzano stancamente, senza dare mai l’impressione di una forma (idee portate a perdere). Un’accozzaglia melodic black metal che si fonde ad altre contaminazioni mai bene specificate (questo non sarebbe nemmeno un male, se solo il risultato non fosse così inconcludente…). La voce che a tratti ti porta a pensare a un brutto scherzo, momenti morti pronti a spuntare come funghi in ogni dove azzoppano quel poco di buono che riesce ogni tanto ad emergere. È tutto un no, e il dispiacere è forte.
Quando la storia non basta: concept annegato nella sua inconsistenza
Peccato, perché l’uso del concept poteva aprire a spiragli sicuramente interessanti. In questo modo, la curiosità svanisce malamente in una bolla di sapone, in maniera fragile e senza procurare attenzione, esattamente come da sua consistenza.
Tre quarti d’ora che diventano ben presto un’impresa titanica da affrontare, con i primi tre minuti introduttivi di Remembrance che sono quasi i meno peggio. The Hound from Hell e Until My Last Breath scimmiottano i Summoning, ma in versione più elementare. Alla fine si lasciano fin ascoltare, ma penso che l’unica causa sia quella della loro posizione in tracklist.
Dopodiché un buco nero si prenderà tutto in un solo boccone. Quel poco entusiasmo crollerà completamente, e la fine arriverà come sorta di amara benedizione. Continuare a parlarne solo per farlo male non avrebbe ormai molto senso. La votazione e le parole fin qui scritte dovrebbero spiegare più o meno bene le vistose debolezze registrate e la delusione a riguardo.
I Sercati dovranno fare molto di più se vorranno cancellare questa brutta pagina (è bastato un rapido sguardo su internet per capire come l’accoglienza sia stata praticamente unanime). Ci vorrà più mordente e meno vacua dispersione.
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48%
Riassunto
Grom Records (2015)
Tracklist:
01. Remembrance
02. The Hound from Hell
03. Until My Last Breath
04. Hunt Between Fallen
05. I Failed
06. In Equilibrium
07. Lose My Mind
08. My Legacy
09. Face to Face
10. No More Fear
11. The Hero We Don’t Deserve