Sainte Croix – Le Pieu et la Marque

Il progetto canadese Sainte Croix ha molto da dire, e lo dimostra volentieri nei quindici minuti del demo intitolato Le Pieu et la Marque.

Un lavoro essenziale, crudo e affascinante, che incarna perfettamente quel romanticismo oscuro tipico del raw black metal. Un veleno benefico da cui lasciarsi avvelenare, ogni tanto. La musica funge da ponte ideale tra Francia e Canada, con un “metodo di rastrellamento” che sa essere arcano, sadico e ipnotico allo stesso tempo.

Ci sono passaggi di grande rilievo in questo demo, basti pensare alla strumentale Vallée des âmes perdues, che da sola basterebbe a farci sprofondare nello spirito dei cari e vecchi anni ’90.
Ma al di là di questo singolo episodio, la qualità di Le Pieu et la Marque si mantiene costante e sicura. I Sainte Croix centrano pienamente l’atmosfera. Appaiono ispirati da subito, convincenti, e davvero non si potrebbe chiedere di meglio a dei primi passi così densi di fascino, carichi di visioni e di promesse.

Il brano Le Pieu et la Marque ha il piglio giusto e affonda i denti con passione nella sua vittima.
Particolarmente degno di nota è l’apparato vocale, che non si limita a uno scream lacerante, ma si apre anche a momenti dal timbro quasi operistico, capaci di donare al tutto un’atmosfera tragico-epica tutt’altro che scontata. Questa è un’arma a doppio taglio molto intrigante, e potrà diventare un marchio distintivo della formazione se dosato con la dovuta saggezza.

Chemin périlleux jusqu’au château d’Unvehl agisce con attenzione e tira dei fili che usciranno molto bene sulla distanza prima della manifestazione dannata del pezzo Dhampyr.

I Sainte Croix dimostrano un intuito raro nel plasmare le giuste arti oscure del settore. Musica sospesa tra il dolore e l’estasi. Canti Eretici Productions giustamente non è riuscita a trattenere i suoi tentacoli e la versione tape promette già da ora di diventare un piccolo oggetto di culto. Fiondatevici sopra.