Dev’esserci qualche cosa di magico a svolazzare nell’aria di questo 2017, un anno che sta vedendo tornare al disco diversi monicker a distanza di parecchi anni dall’ultima prova “che conta”. Fra questi riesce a rientrare anche l’ossuto progetto black metal chiamato Rimthurs, misantropica valvola di sfogo dello svedese Ymer, personaggio che aveva esordito sulle lunghe distanze con l’album Svartnar (correva esattamente l’annata 2010).
Il nuovo Gravskrift rafforza il buon lavoro lasciato in eredità dal debutto, i suoi 55 minuti scorrono lenti ma agili, pagani e solenni, rispolverando quel genere di black metal epico ma dai tratti puramente underground da scovare nel midollo. Niente facilonerie e niente ammiccamenti nei confronti dei gusti degli ascoltatori moderni, il progetto Rimthurs vuole ripartire dalle radici lasciate dai primi Enslaved e lavorarle a fin di bene con la mistica melodia svedese. Il disco non è affatto complicato, ma richiede alla fonte una discreta quantità di passione e voglia di rituffarsi dentro un genere fatto di caratteristiche esplorative e d’elevazione.
E’ cantato in lingua madre Gravskrift e la voce giostra amabilmente fra scream e aspetti epici di grossa consistenza (basterà un tuffo su Bråddjup per farsene adeguata idea), Ymer non si tira indietro e cercherà -a suo modo- di farci respirare il più possibile, in tal maniera registreremo un bel misto di sensazioni vista la tendenza ad oscurare insita nella produzione, atta a tingere di un “buio costante” la manovra.
Non faranno mancare presenza preziose inserzioni acustiche (inserite spesso e volentieri ma senza scavalcare precisi limiti), ulteriore dimostrazione di una ricerca terrena fortemente voluta, ben evidenziata e diluita a dovere con la secca produzione. Imprescindibile Eftermäle, a ben sentire la traccia manifesto del Rimthurs pensiero, simbolo di un posto dove le emozioni saranno libere di fluttuare attraverso i diversi strati sonori proposti. Ma non far menzione della scattante e rapida För döden o della sua controparte ipnotica e di trasporto Irrlära (la più lunga con i suoi dieci minuti) sarebbe invero un mezzo delitto.
Ma ciò che è buono lo si avverte, e Gravskrift appare coeso e completo, la sua fortuna è quella di pensare “in piccolo”, alle tradizioni di un fidato orticello o a quelle cose semplici che vengono sempre bene.
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70%
Summary
Ketzer Records (2017)
Tracklist:
01. Dimman kallar
02. Bråddjup
03. Nedom berget
04. Eftermäle
05. Irrlära
06. För döden
07. Domen
08. Vaka
09. Drömmar