I thrasher italici Rawfoil approdano sotto Ad Noctem Records in occasione della loro seconda e coraggiosa fatica discografica intitolata Where Malice Converges.
Ciò che riesce meglio ai Rawfoil è la loro capacità di essere poco scontati, una dote questa che, nel thrash metal, vale quantomeno il doppio. Quanto alla reale efficacia del disco, però, è un altro tipo di discorso. Ed ognuno sarà chiamato a giocare la propria personale partita con le arcigne strutture presenti su questo album.
Where Malice Converges è un disco che si dimena, sempre in cerca di nuove strade da percorrere. Richiede un’esposizione prolungata per essere davvero assimilato e la mole di suggestioni che porta con sé è tutt’altro che leggera. Le chitarre strisciano e si trasformano, puntano la lente sulla storica scena americana – con più di un’eco della scuola Annihilator – senza però rinunciare a un’impronta più ruvida, di matrice tedesca, che in certi passaggi (come su Dragged Down) richiama momenti più taglienti in stile Kreator.
Ci troviamo davanti alla tipica produzione che subito non esalta, un po’ chiusa e poco “spumeggiante” ma in grado di dare alla band un taglio interessante sulla lunga distanza. E’ quadrata, sincera e rende onore agli strumenti nonostante sia infine meno confidenziale rispetto a quelle laccate e perfette.
I Rawfoil non rincorrono l’innovazione a tutti i costi. Però si muovono con intelligenza all’interno dei brani proposti, cercando soluzioni che riflettano un’attitudine autenticamente propositiva e d’impatto.
Arrogance apre l’album con una miscela di tecnica e audacia. Il suo refrain, ben costruito, svela tutta la sua espressività e il suo potenziale già dal secondo ascolto. Come What May, invece, rappresenta al meglio la proposta dei Rawfoil. Un brano velenoso, che agisce in costante movimento, pronto ad assestare colpi su colpi senza rinunciare a qualche mirato influsso melodico.
Addentrandoci nel cuore del disco incontriamo D-FENSE, una vera scheggia veloce e affilata. Seguita dalla più intricata Dawn of a New World, arricchita da una prova vocale variegata che richiama diverse sfumature del genere. Only the Dead Can’t Be Wrong, invece, si presenta come il brano più bilanciato e diretto, capace di andare subito al punto.
A fare da discreto tormentone arriva Workaholism, esempio di solida classicità che continua a macinare terreno in attesa dell’impatto profuso da Dragged Down prima e da una conclusiva e schietta The Eagle in the Serpent Shadow poi.
Alla fine di tanti discorsi i Rawfoil trovano il loro perché. Where Malice Converges è una prova di maturità: un disco che non si compiace, che osa quanto basta senza mai snaturare un genere ormai definito e codificato da decenni di uscite. Emergere oggi non è affatto semplice, ma loro ci provano, nonostante qualche imperfezione qua e là. Lo capisci quando, rientrando nell’ascolto, ti accorgi che le cose funzionano secondo una logica tutta loro (e riuscire ad intrattenere per 45 minuti non è esattamente una cosa scontata).
Summary
Ad Noctem Records (2025)
Tracklist:
01. Arrogance
02. Come What May
03. D-FENS
04. Dawn Of A New World
05. Only The Dead Can’t Be Wrong
06. Workaholism
07. Dragged Down
08. The Eagle In The Serpent Shadow