Con Æegeria il progetto italico Postvorta (campo base Ravenna) da il via ad una ambiziosa trilogia incentrata sulla nascita. Il viaggio è pronto a riflettere un ampio raggio sensoriale, ma nel farlo sceglie in principio l’arma della decisione (ascoltare l’attacco di Amnios dipanerà molti dubbi, instradando a dovere -e da subito- i possibili “scettici”), mostrando da subito incredibile impatto, trasporto e confortevole abrasione (che mano a mano sarà diluita con altro, salvo fare ritorno quando richiesto). Una signora produzione penserà ad enfatizzare al meglio ogni suadente lato del suono, immergendoci nel confortevole liquido vitale formatosi, sarà qui che verremo prontamente accuditi e accarezzati, perché a poco serviranno le varie “pieghe”, i vari ostacoli, la sensazione di essere dentro la musica rimarrà come una sorta d’impenetrabile “chiodo fisso”, tanto in principio quanto alla fine. Da una parte abbiamo un forte rigetto creativo, la capacità di saper continuamente variare da situazione in situazione, dall’altra non perderemo mai di vista “l’oggetto”, tanto che potremo guardare ai quattro movimenti rappresentati dalle canzoni come ad un’unica, lunga e avvolgente opera (questo lato non ci abbandonerà davvero mai e resterà li a sorvegliarci con cure a dir poco materne).
Amnios scava decisa, l’espressione di una convinzione che dovrà ancora prendere completa coscienza, un inizio ciondolante, capace d’inchiodarti sul posto prima di iniziare a prelevarti ogni grammo di attenzione possibile. Come non gioire poi nei confronti della prestazione vocale? così lacerante da sentirla subito fare male. Nessun secondo viene qui sperperato (la calma prima dell’esplosione di Corion, la sua evoluzione, stanno lì a dimostrare quanta cura è stata riposta su queste note), i Postvorta parlano utilizzando una lingua chiaramente post metal, ma quello sarà solo il “porto sicuro”, il posto da dove passeranno tante altre impercettibili influenze (meno o più pesanti, vi basterà finire sulle note di Uterus per realizzarlo concretamente), influenze che faranno “blocco”, creeranno echi, uniformando Æegeria in modo assolutamente speciale quanto forse inaspettato. Ci dimenticheremo dei minuti che passano, di “forme canzoni”, perfino quale punto del discorso stiamo affrontando, assisteremo inermi al flusso di note in qualità di creature “prese alla sprovvista”, a dir poco sedotte ed imbambolate.
L’insistente rodaggio vi porterà certamente a ricevere i frutti a lungo sperati, d’altronde queste uscite diramano solo la metà della loro potenza se ascoltate poco o con poca attenzione (che è ancora peggio). Pensate ad un incrocio fra il più ruvido post metal e il sognante post rock, pensate alla manifestazione di lampi alla Cult of Luna, Neurosis, Callisto e Rosetta filtrati assieme con perizia, senza il rischio d’arrecare fastidio. Postvorta coglie sicuramente spunti importanti, ma riesce pure a tracciare una “sua determinata via” e non vi sarà per niente difficile riscontrare tale fluttuante percezione e farla in qualche modo vostra.
Note veramente “pesanti” e difficili da ignorare.
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Summary
Drown Within Records (2015)
Tracklist:
01.Amnios
02.Corion
03.Uterus
04.Placenta