Night in Gales – Dawnlight Garden

Nuovo tuffo nostalgico in campo melodic death metal e “lato b” di un nuovo corso con il ritrovato cantante del primissimo corso Christian Müller. Ciò che stanno facendo i Night in Gales potrebbe non interessare a molti, ma c’è da dire che il loro ruolo di formichine operaie lo stanno svolgendo di questi tempi più che bene. Così, ad appena due anni dal convincente The Last Sunsets ecco tornare gli At the Gates di Germania con il nuovo di zecca Dawnlight Garden.

Sarebbe facile far passare la nuova creazione come naturale proseguio di The Last Sunsets (in effetti è proprio così!), ma ci sono alcune differenze nell’approccio che vanno subito evidenziate e snocciolate. Se il disco precedente aveva il compito di fossilizzare un’idea, il nuovo Dawnlight Garden ci porta dei Night in Gales più ficcanti e forse-forse con qualche movimento “di stomaco” in atto (l’avvicinamento su certe strutture alla Heaven Shall Burn potrebbe prendere campo in futuro, chissà..). Potremo definirla una partita che vede avversari il romanticismo contro l’odierna praticità. Non che Dawnlight Garden non guardi al passato ed il tiro non cambia poi molto è vero, ma oggi c’è più voglia di essere svelti per centrare prima il bersaglio, e di rimando si potranno formare –con estrema semplicità- le squadre che preferiscono l’uno o l’altro.

Un match che procura del bene ai Night in Gales che si ritrovano ancora oggi in giro con della bella musica da farci sentire. Questi eterni guerrieri delle seconde linee non demordono e lavorano sodo al concepimento di una proposta che non vuole muoversi da quelle coordinate insegnate al mondo da determinati maestri melodici svedesi (non mi và di stare a menzionarli ad ogni angolo!).

Dawnlight Garden vede protagoniste nove canzoni più intro/outro per quaranta agili minuti. La tracklist avanza scattante ed appare ben diluita (i momenti più toccanti li ho registrati verso la fine, sulla scia delle grandissime A Spark in the Crimson Eclipse e Through Dark Decades) nel conferimento dei suoi apici. I Night in Gales fanno sembrare le cose semplici laddove a ben pensare uscirne illesi non è. Esibire una tale efficacia senza annoiare è solo il primo gradino da affrontare quando si decide di intraprendere un sentiero ampiamente sviscerato e dai pochi sbocchi.

Perché reinventarsi quando hai dalla tua brani funzionali come la title track, la “divorante” Winterspawn, oppure l’ispida Kingdom senza tralasciare le due gemme poc’anzi menzionate?

Ed ecco che va in scena il rovesciamento dei pronostici. Conoscendomi avrei dovuto mettere davanti The Last Sunsets con facilità ed invece -in una maniera a dir poco sbalorditiva- Dawnlight Garden ti manda quella zampata che appare si “meno densa”, ma allo stesso tempo più efficace e fresca nella sua riuscita.

Noi e loro, vecchi ruderi ancorati al passato, i Night in Gales ne hanno fatta un’altra delle loro. La nostra risposta a riguardo non può tardare, e quella copertina pronta ad evocare altre ere non aspetta altro che fare comparsa nelle nostre collezioni.

74%

Summary

Apostasy Records (2020)

Tracklist:

01. Atrocity Kings
02. Beyond The Light
03. Dawnlight Garden
04. Winterspawn
05. Beasts Leave Tombs Again
06. Kingdom
07. The Spectre Dead
08. A Spark In The Crimson Eclipse
09. Through Dark Decades
10. Choir Of Unlight
11. The Bonebed