Nachtlieder – The Female of the Species

Correva l’anno 2009 e la caccia alle nuove sensazioni nordiche in campo black metal era più viva che mai. A quei tempi la ricerca di nuove entità era in qualche modo più gratificante, sicuramente migliore di quanto possa essere oggi (parere personale). Fra i demo che ogni tanto mi dilettavo a comprare direttamente dalla “fonte” c’erano pure i primi due della creatura denominata Nachtlieder. Ai cd trovai allegati i ringraziamenti scritti a penna da Susanne, giusto per rinnovare la serie: “cose che fanno bene al cuore”. Beh quei dischetti nascondevano già una grezza e affascinante realtà (soprattutto il secondo), roba che riusciva a destare la necessaria attenzione con armi rudimentali ma indubbiamente valide.

Tale preambolo era necessario quest’oggi, al momento del nuovo “ricongiungimento” -in ritardo- con il monicker in occasione di The Female of the Species, secondo album a firma Nachtlieder edito nel 2015 dalla ormai non più sorprendente I, Voidhanger Records.

Quello che ho trovato su The Female of the Species mi ha di fatto fulminato e legato alla sedia. La ragazza svedese nel frattempo ha compiuto enormi passi in avanti e questo disco (prodotto ai Necromorbus Studio) lo urla a tutta voce e velocità. Si va a perdere quel senso mistico che veleggiava sui demo ma è anche normale quando ci si trova di fronte a dei chiari percorsi di crescita. Qualcosa bisogna sempre concederla e l’abilità sta nell’accogliere al meglio la nuova e più professionale ispirazione. The Female of the Species attacca con decisione e senza troppi preamboli la giugulare, lo fa con merito e grazie ad una ispirazione che ci accompagnerà con salda fiducia per tutte le otto canzoni.

Il disco si prefigge il compito di abbracciare il fruitore da subito e senza esitazione. In tal modo avvertiremo una certa sicurezza navigare sulle note di Malice, Come Closer, il sound appare avvolgente mentre la voce un pizzico sofferta conferirà quel tocco di autenticità e dolore in più che non può di certo guastare. Le note danzano sospese, magiche nel rievocare i cari scenari nordici d’ordinanza. Il flusso scagliatoci contro da Nachtlieder sortirà l’effetto desiderato tanto che inizieremo a maledire i pochi secondi che separano una traccia dall’altra. Non c’è nulla che tenga, quando ti puoi fidare di un disco lo capisci già all’attacco del secondo pezzo, e da quel momento inizierai a metterti comodo per goderti tutto ciò che potrà pioverti addosso.

Nightfall inganna ed incanta, la conferma sopra citata che fa da tramite alla solidissima Fatale, alla seguente Lonely Mortal (veleno pronto a colare) e alla magica Eve (dove verremo stritolati con l’uso della melodia). Con la tavola ormai imbandita per l’occasione, andare a nozze con le successive Silence and Devastation (un pezzo che riesce a fondere e smistare sensazioni alla Dissection e Opera IX), Cimmerian Child e la “torturatrice” title track (puro emblema della bontà qui residente) sarà un’azione naturale, così naturale e familiare che ci sembrerà di aver iniziato l’approccio con Nachtlieder molto tempo, se non anni prima. Anche questo è potere della musica.

The Female of the Species conta alla fine quaranta minuti, minuti che non posso fare a meno di consigliare agli estimatori di cose rapide ma al contempo ben pensate, innanzitutto semplici ma tanto genuine.

  • 73%
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Summary

I, Voidhanger Records (2015)

Tracklist:

01. Malice, Come Closer
02. Nightfall
03. Fatale
04. Lonely Mortal
05. Eve
06. Silence and Devastation
07. Cimmerian Child
08. The Female of the Species