Esordio discografico per gli Italiani Motherkissers, un esordio accompagnato da un ideale già ben definito e chiaro in partenza, il gruppo vuole semplicemente divertirsi e suonare più tempo possibile dal vivo, ogni cosa lavora e si muove al momento solo per tale scopo, mostrando di rimando i propri punti forti (carica ed immediatezza), ma anche quelli deboli (chi cerca un ascolto impegnativo magari uscirà con il classico pugno di mosche in mano).
Quest’idea -dichiarata fin da subito- è percettibile in maniera chiara ed istantanea non appena viene imbroccata la loro strada, sarà difatti una sorta di scossa adrenalinica quella a catturare l’ascoltatore sulle note di Cage The Water, vibrazioni senz’altro positive che arrivano dapprima a scuotere vivacemente, poi a confondere lungo l’arco di una tracklist in grado di fornire sempre i giusti colori e assortimento ai pezzi (la volontà sul non volersi ripetere è già fortemente intuibile, e la scelta di proporre otto brani la trovo più che indovinata).
La voglia di incidere è li subito pronta a spingere, la si intuisce da subito, le canzoni arrivano per pungere e rendere “instabile” il mood di chi le ascolta. C’è davvero molta fame in questi musicisti, e tale metodo d’aggressione lo lascia intendere molto più che bene.
La musica dei Motherkissers agisce in territorio alternative rock con influenze metal e metalcore, sono forti i richiami a bands quali Deftones, System Of A Down o Faith No More, si respirano difatti quella stessa rabbia e voglia di ribellione che stanno di base ad ogni buon prodotto facente parte di questo particolare genere.
La produzione esalta ogni componente, l’obiettivo di elettrizzare giunge puntuale, in più “lasciando andare l’orecchio” si potranno notare le continue e repentine finezze di basso e batteria, sempre pronte a metterci farina del loro sacco, questo sia per quanto riguarda l’abituale accompagnamento, sia quando c’è da cambiare repentinamente marcia (cosa che capita abbastanza spesso devo dire).
Sono immagini di una metropoli selvaggia quelle che arrivano, ciò è ben evidenziato dalla prestazione abrasiva di Dan, pieno di rabbia e veleno quando c’è da aggredire, quanto espressivo nei momenti cosiddetti puliti (si registra gradita varietà anche da queste parti, grandissima ad esempio la linea vocale alla Alice In Chains nella conclusiva Catharsis).
I Nostri scrivono diversi tormentoni quando si tratta d’estrarre il refrain “da traino” (riuscendo a non fermare mai l’incedere, anche in questi momenti mantengono alto il livello d’irrequietezza), ho particolarmente apprezzato da questo punto di vista quelli di Ride the Equilibrium, Screamings From Underground e Meltdown. Sono invece impatto e trasporto a dominare Aeons, il brano scelto come video ufficiale diventa anche quello più eclettico e coraggioso, completamente fuori dagli schemi (a fargli speciale compagnia troviamo anche la seguente Steadfast, dove si registra pure l’assoluto apice di violenza del disco).
Cage The Water è certamente album da svago, un prodotto che nasce e si sviluppa in modo sincero e appassionato, così voglio esserlo anche io altrettanto in sede di votazione (è solo un numero, un termometro personale) e non cedere a teneri entusiasmi, ma dall’altra parte posso anche assicurare su come il tutto scorra sempre bene ma sopratutto senza piccoli e normali cedimenti.
Parliamo pur sempre di un qualcosa che naviga abbondantemente sopra la sufficienza, e non è un risultato così scontato a ben vedere (varrebbe come indicazione solo il fatto di quanto l’album mi sia piaciuto aldilà della mia scarsa frequenza/voglia circa la masticazione di tal materia), perché quando decidi di suonare un genere così “fragile” basta molto poco per fare crollare l’intera barca a picco. Si potrà certamente disquisire su come Cage The Water intrattenga ed intrighi durante il suo svolgimento, i problemi potranno arrivare solamente in un secondo tempo, ovvero quando ci sarà da testare quanto effettivamente ti sia rimasto addosso di ciò che hai ascoltato. E’ solo questo il dubbio che rimane lì sospeso e che mi impedisce di essere “numericamente” più positivo.
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Summary
Memorial Records (2014)
Tracklist:
01. Ride the Equilibrium
02. Screamings From Underground
03. Lost in a Paradox
04. Meltdown
05. Aeons
06. Steadfast
07. Black Fine Devotion
08. Catharsis