Monads – IVIIV

Quattro pezzi sofferti, quattro pezzi che non ti si scollano più di dosso. Dal Belgio mietono sensazioni lentamente i Monads, lo fanno secondo le “esigenze”, le coordinate imposte da un genere che abbraccia l’arco immaginario fra death e funeral doom. Ma c’è un ritmo di fondo (violento a tratti, ma sempre composto), un ritmo che altrove non sempre ci viene fornito per favorire una scelta di forte e continua staticità. I Monads sono si scurissimi, ma non danno mai  l’intenzione concreta di voler compiere solo traittorie rafferme, sotto certi aspetti è pure un’impresa, un’impresa in forma di atto coraggioso, un’azione portata a casa con successo dai nostri.

IVIIV è un dipinto che acquista forma con sudore e fatica, quella fatica che è stata anche la molla per riuscire a portare a compimento il lavoro su un disco che sembrava “maledetto” (ci sono voluti più di sei anni di travaglio). Troppo facile parlare ora, però quanta drastica passione sgorga fuori, quante note prima delicate, poi profonde, mesmerizzanti oppure limpidamente potenti unite dentro un unico/magnetico canale di sfogo. Il leader del progetto ci parla a cuore aperto all’interno del bel digipack prodotto da Aesthetic Death. Nulla qui è stato facile, a partire proprio da quella vita che con i suoi ostacoli assurge da vera e propria molla per lo spirito creativo. Il dolore appare vivido, ma si scorge anche il tentativo di volerlo “lasciare andare via” per mezzo di momenti che potremmo definire “liberatori”. Ma gira che ti rigira si finisce sempre nelle care tenebre, cullati da chitarre così belle da sembrare oniriche, indovinate ma quasi indefinibili per metodo di linguaggio. Vi dovrete fidare di queste parole perché altre non me ne sovvengono (lasciate che arrivi quel trionfo di malinconia che è The Despair of an Aeon e forse comprenderete) per centrare meglio l’obiettivo.

Vanno assaporate le quattro perle presenti all’interno di IVIIV, quattro pezzi che vanno buttati giù a rotazione con calma e necessaria preparazione. E quando tutto gira per il meglio è davvero inutile entrare nella singolarità di un lavoro che richiede a gran voce ogni briciola di secondo di attenzione che potrete fornirgli. Vi basti sapere che abilità e qualità qui sono reali, condite in grande stile dalle fidate mani del connazionale Déhà.

Insomma, i Monads estraggono dal cappello uno di quei dischi speciali, uno di quelli che finisci per inchiodarti in testa a forza assieme a pochi (se fortunati “tanti”) altri. In una parola semplice e decisa: “struggente”.

  • 80%
    - 80%
80%

Summary

Aesthetic Death (2017)

Tracklist:

01. Leviathan as My Lament
02. Your Wounds Were My Temple
03. To a Bloodstained Shore
04. The Despair of an Aeon