Il buon Jaani Peuhu (Iconcrash e fresco di Swallow The Sun) mette su assieme a Jussi Hämäläinen (Hanging Garden, e non a caso questo ep potrebbe andare a braccetto con il loro recente Against The Dying of the Light), Juppe Sutela (To/Die/For), al bassista Ande Kiiski e al batterista Juuso Raatikainen (già compare negli STS) un progetto parecchio accattivante e dalla forte valvola emotiva: i Mercury Circle.
The Dawn Of Vitriol diventa così il primo oscuro/armonico viaggio della band. Musica che si presenta paziente, lenta e ben scandita, capace di racchiudere e far legare al suo interno atmosfere dark rock ad “effetto” a qualcosa che può essere definito “melancholic post doom”.
Sembra di essere piombati ai tempi in cui i This Empty Flow (sempre dalla Finlandia) ci scaldavano i cuori con le loro “miracolose” opere. Ma i Mercury Circle nonostante le necessarie e cupe leziosità arrivano a lambire coste più frastagliate e pesanti, creando una formula sonora particolare, sinuosa e parecchio “nutritiva”.
Cinque brani per mezz’ora di musica ammagliante e ricca d’emozioni. The Dawn Of Vitriol è il classico Ep fatto per rimanere scolpito nel nostro immaginario; le sue canzoni saranno pronte a scavarsi una nicchia di riguardo in mezzo alle centinaia e centinaia già presenti nel database, e finirà che vorremo riascoltarlo nel tempo, anche per parecchie volte di fila.
Tutta l’arte di creare musica nella “terra dei mille laghi” emerge qui dentro con prepotenza e polso. Così, dopo l’introduzione ad effetto di Oil of Vitriol (che come ogni cosa si prende il suo tempo) arrivano in serie quattro canzoni una più bella dell’altra; quattro fredde rocce pronte a generare squarci e ricordi (e ciò che ne conseguirà) all’interno della nostra personale dimensione sensoriale.
Si rimane pietrificati, bloccati negli echi (The Last Fall), attoniti di fronte alla colata di note pronte a spioverci addosso con rara calma. La costruzione di The Beauty of Agony gela all’istante regalando brividi su brividi, strofe soporifere e poi via con quel refrain immersivo, romantico…. Totale. New Dawn è un brano di chiusura pronto a lavorarci i fianchi con millimetrica sensualità -e poco rumore- quasi a voler poco traumatizzare in vista del traguardo e dell’imminente “addio” al giro di ascolto.
Complimenti dunque alla The Vinyl Division per essersi gettata a capofitto su questa coraggiosa operazione. The Dawn Of Vitriol nel suo lento scandire diventa (passo dopo passo) prodotto imprescindibile di questo sfaccettato 2020.
Summary
The Vinyl Division, Noble Demon (2020)
Tracklist:
- Oil of Vitriol
- The Beauty of Agony
- Black Flags
- The Last Fall
- New Dawn