Vi ha deluso, disturbato, oppure indignato? Non ci avete riscontrato sopra il più piccolo dei significati? Bene, vuol dire che i Mayhem hanno colto il loro primario obiettivo perché Esoteric Warfare è proprio questo ciò che vuole.
Certo fa un po’ senso parlare di musica che non vuole attrarre ad ogni costo e cerca invece di piazzarvi i fantomatici bastoni fra le ruote, però è proprio ciò che accade ascoltando questa fatica della band norvegese. Pensandoci meglio è un qualcosa che i Mayhem fanno da sempre, in maniera particolare dal 1997 con l’uscita di Wolf’s Lair Abyss (lo facevano anche prima eh, solo che i noti fatti hanno contribuito ad una “spintarella” mediatica non indifferente), ma più nello specifico con Grand Declaration of War tre anni dopo (quanto diamine era coraggioso quel disco? ecco sotto certi aspetti Esoteric Warfare lo è altrettanto, e forse anche in misura maggiore visto come il fattore economico sia sempre più determinante con lo scorrere dei tempi).
Vi chiedete perché si ostinino a suonare e fare dischi a questo modo, su questo stile? Me lo sono arrivato a chiedere pure io, ma oggi più di ieri si ha una visione più chiara del loro percorso, d’altronde non era di certo facile portare avanti il peso di tale monicker, ed era altrettanto facile cedere a suoni puliti o quantomeno finire invischiati su vaghe o chiaramente distintive “forme canzoni”, normali o in qualche modo più regolari, poco importa. Potevano anche ingolfare il mercato con prodotti a raffica (parlando di full-lenght), giusto per sfruttare il nome sino all’osso, sino a dove era possibile. Invece così non è stato, e poco ancora importa se era la scarsa voglia di fare o una minima ispirazione ad agire all’origine (che ognuno ci veda un po’ quello che vuole) perché il disegno dei Mayhem sta comunque proseguendo, sta andando lentamente avanti acquisendo contorni sempre più chiari, ed uscirsene oggi con un qualcosa come Esoteric Warfare li rende ai miei occhi grandi professionisti ma soprattutto significa qualcosa come il voler infischiarsene di tutti o quasi (alla fine si produce musica pur sempre per qualcuno no?).
Esoteric Warfare è un’opera dalla quale farsi travolgere completamente, vietato staccare la spina anzitempo se qualcosa dovesse andare storto, perché poco dopo potrebbe arrivare il momento, “quel momento” in grado di cambiare sorti o completo godimento del tutto. Vedo questo disco come un unico blocco inespugnabile, dall’altra parte vedo l’ascoltatore che cerca di interpretarlo secondo leggi prestabilite- Di rimando vedo l’incapacità di comprensione data dal fattore inconcludenza, perché tutto arriva freddo, metallico ed asettico, tutto gioca a sfavore delle leggi emotive, leggi non scritte ma di solito ben radicate nel prodotto musicale e che giocano un ruolo necessario la persona sottoposta a tale muro sonoro.
Devo ammettere di come Esoteric Warfare mi abbia fatto rivivere sensazioni da primi tempi con il black metal, non tanto per la musica in sé quanto per il modo in cui sono entrato nel tempo dentro al disco. Inizialmente spiazzato, incredulo (si, anche io fra i protagonisti delle prime righe di questo scritto) mi sono in seguito appigliato a determinati frangenti e da lì sono andato avanti a studiarlo, a scalare pazientemente quel muro messoci davanti attimo per attimo, riff per riff, ed è stato in quel mentre che ho realizzato il suo vero e non comune valore.
Dentro Esoteric Warfare ci sono tante di quelle situazioni da poterci scrivere chissà quante altre canzoni invece delle dieci che andremo a trovare, solamente sono applicate una sull’altra in maniera a dir poco forsennata e convulsiva. Generano continuo caos, ma soprattutto sono irrefrenabili, concedendoti zero tempo per pensare o per agire, deve in qualche modo somigliare alla situazione di essere travolti da una valanga, una sensazione di pochi secondi protratta solamente più a lungo, e alla fine c’è solo un senso, una parola a dominare, e questa è: “impotenza”.
La produzione è ovattata, e ogni parte sembra slegata dalle altre, ma anche qui si tratta di sola apparenza e merito delle grandi doti individuali dei soliti Hellhammer e Attila Csihar (qualcuno che ha ancora voglia di osare cercando la particolarità laddove è possibile, a volte emerge con il suo classico timbro che ritengo indefinibile e lì ti ritrovi a pensare fra te e te “ah….! Attila!”, ma poi finisce ad estrarlo poche volte, e questa diviene ben presto una scelta azzeccata, perché quelle poche occasioni ti si incollano addosso) che le provano tutte per diversificare le situazioni portandole sempre all’eccesso (potrei citare una Posthuman su tutte).
Le chitarre da parte loro macinano in maniera incessante e “strafottente” le solite parti dissonanti e dissacranti, mutano frequenze, colpiscono in maniera completamente imprevedibile e alla fine ne avremo solo un vago, nebuloso sentore (uno solo si stampa in testa, l’inizio di Pandaemon). E’ stata una scelta perfetta invece cominciare con Watcher, il suo fare lancia il disco nei migliori dei modi, lo introduce a dovere mostrando già di che pasta è fatto ma soprattutto ben si lega con il pezzo definibile come classico (parolone) Psywar (quanto odio sprigiona!).
Esoteric Warfare è un sussurro di follia, un disco impossibile da catturare perché rimane sempre avanti rispetto all’ascoltatore, a lui è imposta solo abulica passività.
Molto difficile inquadrarlo con un voto giusto o altamente deciso, però alla fine mi sono convinto del suo valore e qualcosa nei suoi riguardi dovevo pure farla, e più ci penso, più lo riascolto, più mi convinco di essere abbastanza vicino ad una verità.
Il mio consiglio terra-terra è “cercatevi i vostri momenti nel disco, quelli dove avvertite qualche scintilla -se la sentite- poi rafforzateli, ed infine tentate di scardinare il resto”.
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77%
Summary
Season of Mist (2014)
01. Watcher
02. Psywar
03. Trinity
04. Pandaemon
05. Mylab
06. Six Seconds
07. Throne Of Time
08. Corpse Of Care
09. Posthuman
10. Aion Suntalia