LvxCælis – Mysteria Mystica Maxima XXIII: il rituale occulto proveniente dal Cile
Dopo due anni dal demo (Nigredo – The Dead Head, anno 2010), eccoli abili e arruolati a diffondere il loro satanico verbo. I cileni LvxCælis ci presentavano Mysteria Mystica Maxima XXIII, un lavoro che trasudava spirito old style e tanto, ma proprio tanto, occultismo. I LvxCælis mantengono viva la tipica blasfemia sonora sudamericana, accompagnandoci per una cinquantina di minuti che sembrano invero solo la metà. Un pregio questo che non tutti riescono facilmente a ottenere.
L’album è una vera mazzata, tra il marcio e il thrash metal da antiquario. È bellamente ignorante e riesce a colpire grazie alla sua carica e a una produzione capace di evocare realmente il maligno: profonda ma secca, con la batteria pronta a frustare ed evocare come si soleva fare solo in tempi remoti. Il black metal più satanico e “rituale” può dormire sogni tranquilli finché a reggere il vessillo ci sono formazioni come questa. Autentica linfa “rosso sangue” che scorre per un cerimoniale che non stanca davvero mai.
Rozzi, taglienti, introspettivi: il cerchio sonoro dei LvxCælis trova la sua chiusura
Ai Nostri riesce praticamente ogni “dannata impresa”. Momenti d’irruenza thrash metal rozzi, sprazzi veloci e taglienti, e passaggi introspettivi dove è l’oscurità a calare il proprio vessillo. Come un cerchio che si chiude, tutto torna. Trasportati da chitarre che esemplificano il termine “trasporto”, possiamo lasciare che la nostra follia dilaghi, senza la paura che qualche pensiero “lucente” possa fare capolino qui o là.
Mysteria Mystica Maxima XXIII non modifica né smonta mai il suo principio fondante, ma riesce comunque a offrire una certa varietà. Troviamo brani tortuosi come l’opener Under the Nine Rays of Darkness o l’imponente Come Forth from the Abyss (ho sentito forse bisbigliare le parole Celtic Frost?). Pezzi brevi e rozzi come Summoning Ceremony, Ascending Through Eternal Fire, altri più thrashy come Heaven & Hell e Pvrificatio (Liberate Me!), oppure veri e propri inni sulfurei come Slaughtering of the Lamb (a tratti abissale) e I Have Seen the Light (forse non a caso poste come monito nella coda finale).
Ai LvxCælis non interessa l’appariscenza, né l’essere “belli ed eleganti”. In nessuna componente della loro musica si avvertono tali voglie. A loro interessa solo interpretare il lato maligno racchiuso al loro interno, con l’intento di trasmettercelo, solleticarlo continuamente per farlo emergere in tutto il suo diabolico splendore. Niente di più, niente di meno.
Il songwriting è sguainato, ispirato, e c’è tutto. Aiutato nel crimine da una produzione azzeccata. Con Mysteria Mystica Maxima XXIII, l’acquisto underground indovinato diventa una certezza. E una volta finito l’ascolto, si potrà uscire di casa con il classico sorrisetto malefico stampato in faccia, quello che tanto bene fa.
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72%
Summary
Lamech Records (2012)
Tracklist:
01. Under the Nine Rays of Darkness
02. Summoning Ceremony
03. Ascending Through Eternal Fire
04. Heaven & Hell
05. Pvrificatio (Liberate Me!)
06. Mass for the Master (Interludium I)
07. Come Forth from the Abyss
08. Slaughtering of the Lamb
09. Cross Initiation (Interludium II)
10. I Have Seen the Light