Lux Interna tornano con New Wilderness Gospel: un viaggio sonoro tra deserto, introspezione e una poetica apocalisse
Torna la delicatezza dei Lux Interna dopo più di un decennio di riflessione con l’album New Wilderness Gospel. L’attesa per chi scrive era abbastanza spasmodica (per quanto ormai mi si abituato a “farmi bastare” le bellezze appartenenti al passato) e devo dire che non è stata affatto disattesa.
Crogiolarsi nelle loro malinconie assolate è, come sempre, un’esperienza unica. Quel particolare intreccio vocale, così distinto e immediatamente riconoscibile, accarezza l’anima come un tempo, riportando una dolcezza che conforta, che culla lo spirito e rende una giornata grigia meno opaca, più contemplativa. Da un lato Joshua Levi Ian, dall’altro Kathryn Gentzke: insieme rendono ancora una volta omaggio all’arte del suono. Il loro modo di mescolare le carte in chiave introspettiva lascia il segno anche stavolta.
Tra folk, gothic americana e visioni elettriche
Tra un folk intimo e ben marcato, incursioni gospel, ritmiche post-punk/rock e quel flusso tipico della gothic americana che avvolge ogni cosa con il suo impasto di dolcezza e aridità, il disco prende vita come un rito narrativo.
Il viaggio con i Lux Interna è lungo, tortuoso, ma ampiamente panoramico. Ci faranno attraversare molti paesaggi emotivi, senza mai perdere di vista una personalità forte, ben definita. Una voce artistica che ha resistito agli anni, alle intemperie, e oggi vibra ancora nelle loro composizioni, sempre “classiche”, intime, eppure capaci di spingersi oltre. Alcuni brani partono in modo soffuso, quasi a scaldare il terreno, per poi diventare più impervi con l’ingresso di elementi elettrici che sembrano portare uno scompiglio misurato.
Il disco lascia spazio a tante sfaccettature, ma ciò che emerge con insistenza è il senso di viaggio e contemplazione. Ascoltare New Wilderness Gospel è come guardare attraverso le lenti di una telecamera curiosa, intenta a cogliere i dettagli nascosti di una quotidianità che, sotto la superficie, rivela altro.
Like Wolves (quando irrompe è sempre pelle d’oca) e quella gemma di Into Night mi riportano con forza ai loro primi lavori. Allo stesso tempo, riescono a creare un legame sensoriale con certe emozioni evocate, da questa parte dell’oceano, dal progetto Rome. Eppure i Lux Interna sono nati prima, anche se il loro passo è stato più lento, più riflessivo. Poco importa: ogni loro uscita ha lasciato un segno indelebile, e New Wilderness Gospel non fa eccezione.
Un’opera più complessa, matura e ricca di sfumature
Questo nuovo capitolo è senz’altro più complesso rispetto ai suoi predecessori. All’interno della tracklist si avvertono cambiamenti, mutazioni, una volontà evidente di non ripetersi. C’è desiderio di esplorazione, di tensione armonica, di scosse che rendono il tutto vivo, irrequieto. E’ un ritorno fatto non tanto per fare, ma per riaffermarsi con autorità all’interno del circuito neo folk.
Con New Wilderness Gospel, i Lux Interna costruiscono un racconto disgregato e visionario, che si muove tra strade dimenticate, alture appalachiane avvolte nell’ombra e lande desertiche sbiancate dal sole. I brani vengono attraversati da echi lontani e da presenze intime in cui il passato affiora con forza nel presente. Sono tutti messaggi criptici in via di scorrimento su deserti animati da presenze apparantemente invisibili. Mentre scorrono Over the Timberlines o la delicata No Arrow (che sviluppo, che intensità, quanta dolcezza!) in sottofondo realizzo quanto è bello riabbracciare il sound profuso con tanta passione da questi ragazzi americani.
Summary
Auerbach Tonträger (2025)
Tracklist:
01. Dark Fire/Revelator
02. Over the Timberlines
03. Brittle
04. Like Wolves
05. Into Night
06. No Arrow
07. Old Blood Blues
08. Her Wilderness
09. Selva Oscura