Usciva nel 2003 il primo album della creatura spagnola Lugburz, progetto di Sathorys Elenorth che dopo aver chiuso il libro e visto iniziare -ed evolvere- i film della trilogia del Signore Degli Anelli aveva ben deciso di omaggiare il mondo creato da Tolkien con un disco intitolato Behind The Gates Of Black Abyss.
Lugburz decideva di affrontare la spinosa questione per mezzo di un dark-fantasy-ambient baciato da pezzi narrati, epici ed espansivi, talvolta accompagnati dall’eterea voce di Lady Nott (anche nei Narsilion, altro progetto creato dalle magiche idee di Sathorys Elenorth). Insomma, Lugburz offre una colonna sonora diversa da quella che noi tutti abbiamo imparato ad adorare grazie alle famose pellicole, così iconica che cercare di musicare la Terra Di Mezzo è diventato nel tempo una sorta di operazione più che spinosa (se non ti chiami Summoning ovviamente). Ma bisogna dire che Lugburz nel suo piccolo aveva fatto le cose per bene costruendo un lavoro mai invadente oppure veloce, preferendo seminare un che di sacro in lungo e in largo durante i veloci 45 minuti complessivi.
E’ bello ritornare su dischi che avevano lasciato un ricordo a suo tempo, un ricordo che si riaccende guardando la bella copertina con i suoi monti. E pazienza se in effetti “quel ricordo” per quanto piacevole non ingannava sulla qualità che rimane ancor oggi positiva ma pure “dimenticabile”. Purtroppo il grosso punto debole di Behind The Gates Of Black Abyss è quello di non avere al suo interno momenti di spicco; tutto il disco veleggia su tiepide velocità indugiando sulle svolte senza mai “mordere” come si deve, non che la cosa sia infine così fastidiosa (anzi si potrebbe dire che a modo suo è riuscito a distinguersi), tanto che il risultato viene portato a casa nonostante la mancanza di importanti “sussulti”.
I brevi inserimenti portati Da Lady Nott invogliano, ti portano giusto quella ventata di armonia elfica pronta a sparire tra i fumi maligni lasciati intendere dal monicker. Ma ci saranno aperture, momenti epici, battaglieri e molti altri di transizione che forse avrebbero richiesto una durata ancor più elevata o una presenza massiccia di temi ricorrenti per poter rendere meglio.
Poi pensi alla eterea Eternal Glory For The Dying Heroes, all’oscura Nazgul o all’ultima Lothlorien The Realm Of The Light (capace di ricordare lo stampo Dargaard) e ti rafforzi l’animo, rassicurandoti circa la bontà del prodotto appena vissuto.
Lugburz rimane un affare privato per gli affezionati della Terra Di Mezzo e di Tolkien, cercare di consigliarlo ad altri mi pare assolutamente inutile. Sulla base della vostra passione decidete se porre rimedio a questo disco ormai disperso nel marasma della scena underground.
Summary
Drama Company (2003)
Tracklist:
01 Prelude: Black Sun
02 Nazgul
03 Kazad-Dûm (Into The Dark Depth)
04 War Of The Ring
05 Destiny
06 The Ocean Call
07 The Silver Trumpet Sound Of Gondor
08 Ered Gorgoroth
09 Eternal Glory For The Dying Heroes
10 Uruk-Hai
11 Lothlorien The Realm Of The Light