Let It Slide – A Small Step Forward

La voglia straripante di suonare, di condividere “un qualcosa” in compagnia che gareggia con l’urgenza di raggiungere quel “divertimento definitivo” capace di buttare un occhio non distratto a tematiche e melodie dal taglio “introspettivo”. Ma ci troviamo in campo punk rock e la prerogativa del “tiro” non ci verrà mai tolta dal piatto. Eh si, perché i bergamaschi Let It Slide con il loro A Small Step Forward ci fanno dono di un piccolo ma prezioso gioiello, di quel genere capace di raddrizzarti una giornata partita (ovviamente) storta grazie all’uso di una semplice, simpatica ma sempre tagliente melodia.

I Let It Slide devono aver passato parecchio tempo ad ascoltare i loro idoli e non può essere altrimenti quando ti cimenti così bene in ciò che ti ritrovi a suonare (certe cose si avvertono già al primo “ciak”). Certo i soliti pignoli potranno continuare a sostenere la loro avversità nei confronti di una musica che non ne vuole sapere di “crescere” rimanendo ben ancorata alle sue brevi e semplici leggi, ma ci vuole l’astuzia (e pure non poca bravura) di questi tempi per poter lavare via alcune fastidiose e petulanti zanzare, e devo dire che i Let It Slide ci riescono dannatamente bene.

Questo terzetto ci spara in faccia tredici canzoni veloci (piccoli-onesti passi eseguiti a discreta velocità, posso confermare che anche le tartarughe nel loro modo/mondo sanno essere rapide), furbe e a loro modo persuasive, tredici canzoni che lasceranno comunque il segno (in apertura lo faranno veramente alla grandissima, poi si registra qualche calo, ma lo arriveremo a notare proprio per merito di quella “super partenza”) grazie a strofe e ritornelli efficaci e sempre utili ai fini del risultato. Sicuramente positiva anche la produzione, pronta a sottolineare ogni più piccola peripezia del terzetto (con un basso che “ti prende”).

Non ci troviamo ad andare per le lunghe, qui dimora solo la spontaneità, A Small Step Forward esegue le sue missioni toccando vette importanti come nel caso delle prime quattro canzoni (il tormentone Volt Amp Box, la staordinaria e mia preferita assoluta Michelle, la pungente Blah Blah Blah e la grande Turkish) ma non si ferma di certo sugli allori proponendo altre valide frecce quali Cuddles & Painkillers, J.J.N.C. (una perla!) e Last Night With You (assieme a Miss Your Eyes sorta d’autentico tributo ai Green Day).

Il disco rappresenterà una piccola sorpresa per gli amanti dei primi Green Day (realmente importate la loro influenza, soprattutto a livello vocale e per alcuni tipiche parti “al miele”), ma anche gli estimatori dei più classici NOFX, Pennywise o del taglio malinconico Bad Religion esulteranno senza alcun contegno, proprio come la musica -in tono sempre amichevole- ci impone.

Bel colpo per il genere e per l’Italia per l’etichetta Overdub  Recordings che dopo i Deathwood si riconferma molto attenta nel tracciare determinate linee di qualità.

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Summary

Overdub Recordings (2016)

Tracklist:

01.Volt Amp Box
02.Michelle
03.Blah Blah Blah
04.Turkish
05.Miss Your Eyes
06.Cuddles & Painkillers
07.Here By Me
08.J.J.N.C.
09.Last Night With You
10.Shreds
11.Violet
12.Lullabies
13.Venom (Start Again)