Jupiterian – Protosapien

A circa tre anni dall’ottimo Terraforming fanno ritorno i brasiliani Jupiterian con l’album Protosapien. Lo snodo del terzo disco è sempre molto importante e và affrontato con massima attenzione e astuzia; il reparto esperienza è quello che deve venire fuori a forza, lasciando intendere che la band sta iniziando un percorso autoritario e pienamente consapevole dei propri mezzi. Fatto loro questo speciale traguardo i nostri possono lanciarsi a tutti polmoni (e senza più nascondersi, forti anche di una copertina davvero “importante” a cura del “pluriricercato” Mariusz Lewandowski) nel calderone discografico dello sludge/death/doom “che conta”.

Si, Protosapien è pronto a ripagare tutti quelli che si erano cullati sulle note di Terraforming, i Jupiterian fanno ritorno e si premurano in primis di farsi percepire anche da notevoli distanze. Il nuovo disco è una scossa di terremoto continua, divaga meno del suo predecessore lanciandosi con tutto il peso su un qualcosa di più deciso, curato, perforante e altamente quadrato.

Un breve esercizio introduttivo lascia spazio ai cinque monoliti sonori preparati per l’occasione. Mere Humans inizia come meglio non si potrebbe chiedere, forte di un riffing strisciante e di grande peso non và a nascondersi preferendo piuttosto una perforazione giugulare continua. Ma qui dentro il sangue scorre lentamente, talvolta scegliendo viuzze imprevedibili durante la sua temibile marcia.

La corrosione dello sludge infetta le angolazioni di una struttura solida ma esternamente fatiscente. I Jupiterian affrontano questo Protosapien con estrema calma, hanno le armi ma le tengono quasi nascoste, lasciandocele solamente immaginare. Il disco mette in scena la nostra inevitabile cattura, registrata quasi a rallentatore, ma pressoché certa di riuscire già in partenza nel suo diabolico intento.

Le canzoni penzolano su un minutaggio ampio ma mai esagerato, i Jupiterian incattiviscono pure gli anfratti con Voidborn, ma senza andare a snaturare quel blocco di “sostanza” che hanno prestabilito coscientemente in origine (il brano estrae anche lampi melodici assolutamente notevoli).

E’ tela che diventa tempesta Capricorn, pezzo sfaccettato e ricolmo di strade, pronto ad esibire tutta la creatività e la crescita strutturale dei Jupiterian odierni. Sarà poi Starless a metterci in testa che Protosapien è partita “che non si spegne”, l’avevamo già intuito forse, ma la certezza arriva sulla cura riposta in ogni tocco della sei corde, su quella marcia che non si arresta ma che preferisce guardare avanti con autorità, senza troppo ripetersi (sussiste una varietà di fondo che accresce sicuramente il valore dell’insieme).

Concedetevi, lasciate sprofondare mente e corpo dentro questa particolare melma intitolata Protosapien che è anche pura leccornia. Vi scoprirete a tornarci sopra ancora e ancora con il pensiero, in modo ancor più acceso durante lo “spegnimento” della conclusiva Earthling Bloodline, la sentirete quasi sfuggire di mano e sono sicuro che vorrete riprenderla, riabbracciarla il prima possibile.

77%

Summary

Transcending Obscurity Records (2020)

Tracklist:

1. Homecoming
2. Mere Humans
3. Voidborn
4. Capricorn
5. Starless
6. Earthling Bloodline