Lo ammetto, i norvegesi Iskald non mi hanno mai fatto strabuzzare gli occhi, eppure di roba ne digerisco a tonnellate, dalla più marcia a quella più commerciale. Con loro tutto dovrebbe essere in discesa, partendo dalla provenienza sino ad arrivare al tipo di sound adottato, all’immagine e al modo di porsi , invece -ancora una volta- l’incontro con la loro musica non riesce a decollare, rimane sempre lì e mi lascia di sasso, persino sbigottito quando mi tirano fuori qualcosa in grado di allertare positivamente l’orecchio (capitato in maniera convincente solamente sulla seconda Underworldly).
E quasi ci divento pazzo chiedendomi perché non riesca ad apprezzare al meglio la loro musica, certo non può piacere sempre tutto, anche se lo ammetto, è una legge che con me diventa abbastanza insicura però diamine, boh.
Nedom og Nord è la quarta fatica, dura 48 minuti e vede la presenza di sei pezzi (tutti sopra i sette minuti). Gli Iskald suonano bene e sono prodotti ancora meglio, la loro musica rimbomba ed echeggia degnamente, l’attacco rimane frontale senza cambiare posizione o vedute, il gusto mantiene un tono epico costante sia nei momenti veloci che in quelli cadenzati, si vorrebbe ricreare un clima gelido ma per quanto mi riguarda non lo si riesce a percepire completamente, in più -come ciliegina- trovo pure che la musica cozzi parecchio con l’artwork a lei affiancato.
Il discorso purtroppo diventa troppo soggettivo, anzi è molto probabile che a voi facciano tutt’altro effetto. A maggior ragione se gruppi come Enslaved, Immortal (di mezzo), Satyricon, Borknagar o Kampfar sono il vostro pane quotidiano, qualche concreta possibilità la potrete anche avere.
L’essere norvegesi li salva con mestiere da una parte, i riff non sono di certo tutti da gettare via, ma è il come arrivano il vero problema, non trovano un appiglio (appaiono come una calamita messa nel posto sbagliato), passano e te li dimentichi prontamente un istante dopo. Anche la rabbia vocale non riesce a scavarsi un suo rifugio, e a lasciare il marchio del ricordo impresso da qualche parte. Certe volte sono piccoli ed esigui semi quelli che sanno crescere forti e sani, ma non mi sembra al momento il caso di questo Nedom og Nord.
Un ascolto comunque cercate di darglielo, soprattutto se vi piace certo black metal sporcato di melodia “heavy-epica”. Un loro nome se lo sono comunque fatto e ciò significa che una risposta positiva hanno saputo perlomeno generarla. Io a questo giro passo senza indugio anche perché l’ennesimo, definitivo ascolto non ha fatto altro che confermare la poca compatibilità riscontrata sino a prima.
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Summary
Indie Recordings (2014)
Tracklist:
01. A Fading Horizon
02. Underworldly
03. Iskald
04. The Silence
05. Nidingsdåd
06. Nedom og Nord